Infrastrutture in tempo di crisi La sfida della Fondazione Necci

RomaÈ possibile realizzare infrastrutture in tempi di crisi? La creazione di nuove reti è coniugabile con un ruolo più autorevole dell’Italia nel bacino del Mediterraneo? A queste e ad altre domande ha cercato di rispondere ieri un convegno organizzato dalla Fondazione Lorenzo Necci alla biblioteca del Senato. «Le politiche di infrastrutturazione devono consentire al Mezzogiorno di riagganciare le aree più sviluppate d’Europa», ha sottolineato il presidente del Senato Renato Schifani aggiungendo che «la sfida per la modernizzazione del Paese è fondamentalmente una sfida per il Sud».
Valutazioni analoghe sono state espresse dal ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli. «La crisi si può superare solo se saremo in grado di aggredirla», ha rilevato evidenziando come «non sia sufficiente la sola dinamica degli investimenti, ma anche l’avvio di un processo riformatore». Quello stesso progetto che venti anni fa Lorenzo Necci da amministratore delegato delle Ferrovie aveva in mente quando cominciò a porre le basi dell’alta velocità. Anche per questo motivo Matteoli ha ricordato che il governo ha fatto la sua parte non solo con i 17,8 miliardi di finanziamenti pubblici e privati sbloccati dal Cipe, ma anche definendo un quadro regolamentare certo. Ovviamente non sono mancate le provocazioni intellettuali. A partire da quella lanciata dal vicepresidente di Unicredit e presidente di Aeroporti di Roma, Fabrizio Palenzona. «Ci vuole il coraggio di fare - ha affermato - e questo oggi significa avere il coraggio di fare ricorso a provvedimenti emergenziali». Anche nel settore energetico, ha aggiunto, «bisogna avere un po’ di fantasia scommettendo su idee nuove come le biomasse coltivate su larga scala nelle aree desertiche del Maghreb».
Provocazione raccolta dal presidente di Enel, Piero Gnudi. «Servono meccanismi di incentivazione come ad esempio i Cdm (che trasferiscono i crediti verdi ai Paesi industrializzati che investono in energia pulita nel terzo Mondo; ndr) previsti dal protocollo di Kyoto. In questo processo il Sud offre opportunità che l’Italia non si deve far scappare».

Ancor più rassicurante il presidente della Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), Franco Bassanini. La riforma della Cdp consente di pensare a interventi infrastrutturali anche in tempi di crisi perché «l’utilizzo del risparmio postale non incide sul debito pubblico».

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