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Infuocata assemblea dei 3570: «Niente controlli»

Bittarelli: «Non è vero che siamo troppo cari, a Barcellona la tariffa è più alta che qui»

«No al controllo satellitare e aumento di almeno il 20 per cento delle tariffe». Sono queste due delle principali richieste che sono state discusse ieri sera nell’infuocata assemblea indetta dal 3570 e a cui hanno preso parte i tassisti «ribelli». A guidare il fronte della protesta è Loreno Bittarelli, presidente del 3570, che spiega: «Non vogliamo fare altro che esercitare il nostro diritto di vederci adeguato il salario. Chiediamo di prendere a riferimento l’Irpef del settore trasporti e, quindi, di avere aumenti di almeno il 20 per cento. Non dimentichiamoci che l’ultimo adeguamento della tariffa è fermo al 2001. Non abbiamo niente di diverso rispetto agli altri lavoratori del settore dei trasporti». E a chi dice che le tariffe romane dei taxi siano tra le più alte d’Europa, Bittarelli replica citando però solo un caso europeo: «Be’, costiamo meno di Barcellona. E se, in certi momenti, una corsa può costare di più è solamente colpa del traffico».
Per ora, secondo quanto riferisce Bittarelli, contatti con il Comune non ce ne sono stati: «Loro hanno interesse a mantenere i prezzi così come sono, ma dovrebbero ricordarsi che noi dobbiamo sostenere costi di gestione che devono essere commisurati alle tariffe». Aumenti che trovano d’accordo Carlo Bologna, presidente dell’Ait: «Le condizioni di lavoro per noi tassisti sono peggiorate e il Comune non fa niente per il traffico. Anche stamattina (ieri) in centro storico c’erano pochissimi vigili urbani». Sulle forme di protesta da attuare Bologna puntualizza però di non voler: «creare altri disagi ai romani».
Per l’Ait, inoltre, sarebbe da rivedere l’elenco delle sigle invitate dal Campidoglio a discutere i vari accordi di categoria: «Come mai in Comune troviamo i tassisti che non scioperano? Questa cosa deve cambiare e l’assessorato ai trasporti deve iniziare a trattare anche con chi protesta». «È in ballo il futuro dei tassisti romani - dice Pietro Marinelli, coordinatore nazionale Ugl taxi-. Siamo alla resa dei conti. La riunione è servita a fare il punto non solo sull’inaccettabile ipotesi del controllo satellitare sui taxi, ma anche sulle questioni rimaste fino ad oggi inevase come l’adeguamento delle tariffe. Siamo stanchi di continui protocolli d’intesa firmati in tutti questi anni con il Campidoglio e sistematicamente rimasti inattuati».
Intanto, Nicola di Giacobbe, il segretario dell’Unicataxi ha chiesto di «aprire un confronto sulle tariffe». Di Giacobbe sottolinea «la fase di confusione che si trova a vivere una categoria, quella dei tassisti, spaesata». «Dopo l’entrata in vigore della tariffa unica per Fiumicino e Ciampino - aggiunge Di Giacobbe - bisogna subito aprire un confronto con il Comune sulla rivisitazione del sistema tariffario. Nel merito dell’aumento si apra una discussione seria sull’analisi dei costi da cui deve derivare un adeguamento della tariffa su base Irpef». L’esponente sindacale si dice invece possibilista sul controllo satellitare: «Capiamo l’esigenza del Comune di sapere quanti sono i taxi in servizio.

Possiamo adeguarci, a patto che non si controlli il tassametro o il contachilometri. L’agenzia della mobilità e le centrali radio avrebbero già oggi, se si collegassero tra loro, la possibilità di conoscere l’80 per cento delle auto in servizio».

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