Come in Inghilterra i tecnici daranno i voti a fine partita

da Milano

Una proposta intelligente e una ciambella di salvataggio. Questo il pomeriggio di fuoco trascorso dal designatore arbitrale Pierluigi Collina sotto la pioggia di domande da parte di allenatori, giocatori e dirigenti, nel consueto incontro di metà stagione, quello che da sempre serve per stemperare le tensioni e le polemiche del girone d’andata. Ma, evidentemente, l’effetto Collina prosegue perché l’apertura di credito datagli sette mesi fa, non gli è stata ritirata. Anzi, tutti, chi più chi meno, hanno fatto buon viso a cattiva sorte, evitando di mettere in croce il designatore ma cercando invece di andare incontro alle sue idee innovative.
Il motivo conduttore delle parole di Collina è stato uno solo: «Io non mollo e non ho mai pensato di gettare la spugna anche davanti alle difficoltà e continuerò nella mia linea di valorizzazione dei giovani che sta dando, malgrado tutto, buoni risultati ma che soprattutto sarà foriera di un futuro roseo». Detto così sembra tutto facile, ma è meglio entrare nei particolari, a cominciare dalla «proposta intelligente». Che arriva da Claudio Ranieri, il tecnico juventino con un passato su panchine di club in Spagna e Inghilterra e proprio dalla Premier League salta fuori l’idea nuova. «Perché non dare agli allenatori a fine gara la possibilità di compilare una “lista delle doglianze” come si fa in Inghilterra per dare un giudizio critico sull’operato dell’arbitro da consegnare subito all’associazione dei fischietti?». Stupore in sala e sorriso a 36 carati da parte di Collina: «Si può fare, da parte nostra c’è la massima apertura e la possibilità di discutere una simile iniziativa».
Un passo avanti, peccato che il giudizio sugli arbitri degli allenatori a fine gara sia già stato provato per due stagioni a fine anni Novanta, con risultati sui quali è meglio stendere un velo pietoso. Ma tre ore di discussione, con toni pacati e sereni, hanno comunque rincuorato Collina che, se proprio deve trovare un colpevole sul disastro dei suoi giovani arbitri, lo individua nella tv, nelle tante, troppe moviole, nel numero sterminato di telecamere posizionate nei posti più impensabili degli stadi. «Là dove l’occhio degli arbitri non potrà mai arrivare, perchè per decidere hanno uno, due centesimi di secondo ed allora è troppo facile vivisezionare le immagini anche dall’alto, ingrandirle e scoprire se un piede era fuori di uno o due centimetri», la difesa del designatore che qualche apprezzamento ha comunque ricevuto da Carlo Ancelotti («C’è stato un miglioramento nella rilevazione del fuorigioco, mentre va ancora male sui falli in area»). Mentre da parte di Giuseppe Vavassori, tecnico del Cesena, è arrivato un duro attacco: «Si parla solo dei casi che riguardano le grandi, si fa tanto clamore, mentre dei piccoli club e dei disastri che avvengono perfino in coppa Italia, non si dice mai niente. Qui ci sono due pesi e due misure».
Collina ha abbozzato ma poi, ben spalleggiato dal «grande vecchio» Cesare Gussoni, presidente dell’Aia e suo sponsor, è andato giù duro: «È devastante quello che fanno le tv. Dobbiamo dare tempo ai giovani di crescere e fare esperienza. Sbagliano anche, come può essere il caso di Gervasoni sul mani di Couto che avrebbe voluto fermare il pallone con la testa e non con la mano, mentre ha fatto bene Rosetti a dare la seconda ammonizione a Cesar, un caso di intervento pericoloso illustrato e previsto nelle decisioni Ifab».

Contrario poi agli arbitri stranieri: «In Spagna, Francia e Inghilterra sono in crisi e sono loro che vorrebbero gli arbitri italiani». E chiude con una speranza: «Non c’è sudditanza, lavoriamo tanto e i frutti si vedranno presto».

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