In Inghilterra si fa carriera quando si è davvero capaci

Giorgio Luzzi e Mario Ceretti, ingegneri in telecomunicazioni laureati a Pisa, dopo una decennale esperienza in una società di Telecominicazioni genovese, hanno deciso di espatriare per meglio affermarsi nel mondo della ricerca e della progettazione elettronica. «In Inghilterra lo stipendio è il doppio rispetto a Genova, e il costo della vita è solo il 20% più alto. Le aziende che operano sui più avanzati standard di telecomunicazioni nell'ambito civile, sono molto competitive. Le comunicazioni mobili di «4G» cioè una rete telefonica virtuale con una Banda di 100Mega Bit al secondo, in Inghilterra si studiano e si progettano, molte aziende non inglesi hanno qui i loro centri di ricerca. - Così esordisce Luzzi, per spiegare la svolta nella sua vita professionale -. Nel regno Unito le aziende non vivono facendo profitto coi corsi finanziati dalla Regione e i fondi europei per la ricerca, ma campano con i progetti che hanno realizzato e soprattutto, vendono i prodotti realizzati. L'importanza di un manager inglese non si vede da quanta gente gestisce, ma dall'efficienza dei progettisti che lui dirige. In Italia i finanziamenti per lo studio ci sono, il problema è che molte aziende italiane sono specializzate nell'imbastire progetti con finanziamenti dello Stato, dopodichè il progetto può essere anche non terminato! - precisa con stizza, Luzzi - Io, in un solo anno, ho già frequentato molti corsi di aggiornamento su nuove tecnologie e altri ne seguiranno, la società dove lavoro mi finanzia un corso d'inglese serale in un college. Ogni anno il nostro line-manager ci assegna degli obbiettivi, che sono alla nostra portata, perchè conosce la nostra preparazione; se riusciamo a conseguirli, abbiamo un aumento di stipendio che dipende dalla performance aziendale, può essere 3%, 10% a volte 25% dello stipendio».
«A differenza di Genova, qui ho trovato una gestione per obiettivi con incentivi rapportati al contributo dell'azienda e migliori condizioni di partenza e un ambiente molto flessibile - puntualizza Mario Ceretti, ingegnere ricercatore - Il gruppo dirigente in Italia non ha, in genere, una preparazione aggiornata alle ultime tecnologie ed è difficile dialogare. Nonostante il pragmatismo degli inglesi, se proponiamo idee innovative, purchè abbiano grandi potenzialita`innovative, sono subito stimate».
«Se una ditta Inglese ha 30 dipendenti, tutti lavorano ed ognuno dà il proprio contributo senza strafare. In Italia su 30 dipendenti, 15 pensano ai fatti loro, 10 lavoricchiano, e i restanti 5 lavorano come forsennati e vanno a casa alle 21 e non faranno mai carriera perché qualcun'altro, già figlio di dirigente o di professore o di assessore, la farà sicuramente al posto loro. Questa è la realtà!
A chi pensa, ingegner Luzzi, con queste affermazioni?
«Penso alle serate in laboratorio per far fare bella figura al mio dirigente!»
Non vogliamo rovinarle la serata, parliamo di progetti futuri.

«Per ora l'idea e' quella di rimanere in Inghilterra, dove ho scoperto che sono molto più progressisti di quel che immaginavo e i rapporti con i dirigenti sono assolutamente cordiali e informali; questo almeno nella comunità scientifica, non so come sia in altri ambienti».

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