Lorenzo Amuso
da Londra
Dopo gli appelli del Premier per un radicale cambiamento di «stile di vita», il governo britannico, sempre più pressato dallemergenza obesità, dalle prediche passa ai fatti, e istituisce un apposito ministero per il fitness. Un anomalo dicastero, diretta emanazione del ministero della Salute, per la promozione di politiche sociali che favoriscano uno stile di vita «sano e fisicamente attivo».
Più esercizio fisico, una migliore alimentazione. Queste le coordinate individuate da Caroline Flint, già sottosegretario alla Salute, scelta per insegnare ai sudditi di Sua Maestà come riconquistare la forma perduta in vista dei Giochi Olimpici 2012. Gli ultimi dati ufficiali daltronde sono allarmanti. Secondo le previsioni, qualora lattuale tendenza non si modificasse, entro il 2010 oltre un terzo dei cittadini britannici di sesso maschile risulterà clinicamente obeso. Le previsioni indicano inoltre un sensibile abbassamento delletà a rischio: il 22% delle ragazze (e il 19% dei ragazzi) dagli undici ai 15 anni risulta in bilico, così come le bambine sotto i dieci anni. Una situazione insostenibile non solo da un punto di vista strettamente sanitario, ma anche per leconomia nazionale. Basti pensare che i trattamenti per lobesità da parte dellNhs, il servizio sanitario britannico, richiedono ogni anno investimenti per milioni di sterline. E il numero di nuove emergenze è in continua crescita. Dal 2003 ad oggi, il 38% della popolazione adulta è stata diagnosticata obesa dal ministero della Salute. Altrettanto grave la situazione tra i più piccoli: nella fascia detà compresa tra i due e gli 11 anni (circa cinque milioni di bambini) il tasso raggiunge il 15%.
Lo scorso luglio lo stesso Tony Blair era intervenuto sullargomento, a conferma dellimprorogabile necessità di un intervento da parte del governo. Blair si era speso anche in semplici consigli pratici, quali usare le scale di casa al posto dellascensore, frequentare almeno una volta alla settimana la palestra e introdurre frutta e verdura nella dieta quotidiana. «Il dieci per cento delle risorse dellNhs viene impegato oggi per le cure al diabete - aveva ricordato il primo ministro -. Tra pochi anni la percentuale potrebbe addirittura raddoppiare. Ma questa crescita incontrollata può essere evitata con un po di esercizio fisico, una dieta bilanciata e uno stile di vita più sano, perché la maggior parte di questi casi sono dovuti allobesità».
Al ministro Flint spetterà dunque il (difficile) compito di educare lopinione pubblica che finora non sembra aver compreso la gravità del problema, individuando una strategia per spazzare via le abitudini di vita troppo sedentarie. «Mi è stato affidato lincarico di studiare politiche che aiutino i cittadini ad essere più sani - ha confermato la Flint -. Penso che sia importante che la gente si renda conto che bastano piccoli accorgimenti per cambiare radicalmente il proprio stile di vita». Diverse, nellultimo periodo, le iniziative assunte dal governo per riportare lattenzione sul problema obesità. Allinizio dellestate è stata lanciata una campagna, «Small Change, Big Difference» (Piccolo cambiamento, grande differenza), per incoraggiare un graduale cambiamento di ritmi e stili di vita. «Troppa gente, convinta che per stare meglio sia costretta ad andare in palestra almeno cinque volte la settimana, rinuncia sfiduciata. Ma non è vero, bastano piccole attenzioni per trarne grossi benefici», ha aggiunto la Flint. Se il nuovo dicastero non sembra raccogliere il consenso dellopposizione, che diffida dei «diktat propagandistici» dellesecutivo, di tuttaltro parere sono i sanitari, in prima fila contro lobesità.
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