Ingorghi e disagi per il blocco dei Tir sulla Milano-Brescia

Ingorghi e disagi per il blocco dei Tir sulla Milano-Brescia

La protesta degli autotrasportatori si fa sentire anche in Lombardia. Fortunatamente la Polizia stradale non ha registrato particolari rallentamenti sulle tangenziali attorno a Milano, ma sull’autostrada tra Milano e Bergamo non sono mancati disagi e intasamenti, soprattutto in mattinata.
I tir si sono fermati in alcuni snodi principali dell’autostrada A4 con tanto di container e rimorchi al seguito e hanno organizzato, dove possibile, anche qualche picchetto di protesta contro il decreto Monti. Problemi nei pressi del casello di Bergamo, in entrata e uscita a Seriate, Dalmine e Capriate. La circolazione, che in quei tratti è già intensa, ha subito qualche rallentamento e ha dovuto fare i conti con intasamenti e code causati dal «bestioni» della strada. I tir hanno anche sbarrato l’ingresso del terminal Hupac di Busto Arsizio, dove si trova lo scalo da cui passano le merci per la Lombardia. Al di là del traffico, le conseguenze della protesta dei tir si riflettono sugli affari e sui rifornimenti delle aziende che trattano prodotti alimentari. A farne le spese soprattutto le piccole e medie imprese e i grossisti, rimasti a corto di scorte da fornire a negozi e dettaglianti. A fare i primi conti sui riflessi economici è la Coldiretti Lombardia, che sta monitorando la situazione di giorno in giorno. «Stiamo tenendo sotto controllo la situazione - spiega una nota dell’organizzazione -. Un’azienda che produce insalata di quarta gamma (quella in busta pronta da mangiare, ndr.) ci ha già segnalato solo per una giornata di mancate consegne un danno di 120mila euro perché ha i camion bloccati che non riescono a entrare in autostrada per andare a consegnare la merce». Fra Bergamo e Brescia, spiega la Coldiretti, «c’è uno dei più importanti distretti orticoli e agricoli della regione e un blocco prolungato potrebbe creare danni economici seri all’interno comparto oltre che disagi ai cittadini». Secondo Coldiretti, «con l’86 per cento dei trasporti commerciali che in Italia avviene su strada, lo sciopero dei Tir mette a rischio la spesa degli italiani soprattutto per i prodotti più deperibili come il latte, la frutta e la verdura che non riescono a raggiungere gli scaffali dei mercati». Non è ancora il caso di ricorrere alle «scorte» nei supermercati, ma non è nemmeno da escludere questo rischio se la protesta dovesse proseguire anche nei prossimi giorni.


Intanto, i fornitori di merci deperibili (dagli alimenti alle piante) mettono le mani avanti e stanno inviando una serie di mail ai clienti per precisare che non si assumono alcun tipo di responsabilità nel caso in cui le ordinazioni non dovessero arrivare a destinazione. Blocco dei tir anche a Novara, Cuneo e Assago, con il serio rischio di paralizzare gli affari del nord Italia.

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