Ingrid, tre giorni romani

Ingrid Betancourt sarà a Roma dal 1° al 3 settembre, ospite dell’amministrazione provinciale di Roma. Il tour, durante il quale la Betancourt incontrerà autorità religiose, istituzionali e politiche del nostro Paese, è stato promosso e organizzato in collaborazione con il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, che a luglio, poche settimane dopo la sua liberazione, aveva ricevuto i suoi familiari proprio a Palazzo Valentini.
La tre giorni romana della donna politica colombiana rapita il 23 febbraio 2002 dal Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia) e liberata il 2 luglio scorso, dopo oltre sei anni di prigionia, inizierà con l’impegno più caro a lei, la realizzazione del desiderio espresso subito dopo la liberazione: l’incontro con il Santo Padre, Benedetto XVI. Accompagnata dai familiari, sarà ricevuta in udienza dal Papa a Castel Gandolfo nella tarda mattinata di lunedì. Poi, alle 13,30 del 1° settembre, la Betancourt e Zingaretti incontreranno i giornalisti a Palazzo Valentini. Seguirà un pranzo nella sede della Provincia.
Il 2 settembre alle 11 la Betancourt sarà poi ricevuta al Quirinale dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per ringraziarlo della solidarietà e del sostegno ricevuto nei giorni della lunga prigionia e dell’impegno per la sua liberazione. Subito dopo andrà in Campidoglio dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno. La Capitale è stata tra le prime città italiane a concederle nel 2003 la cittadinanza onoraria. Nella sua permanenza romana la Betancourt incontrerà anche il premio Nobel Rita Levi Montalcini, il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, il ministro degli Esteri Franco Frattini e il leader del Pd, Walter Veltroni.
«Siamo davvero onorati di ospitare a Roma Ingrid Betancourt e la sua straordinaria famiglia», dice Zingaretti, che annuncia la prossima battaglia: sostenere la campagna internazionale per l’assegnazione del premio Nobel alla donna politica colombiana.

«Credo - conclude Zingaretti - che, con questo appuntamento, la nostra comunità abbia un’occasione importante per confermare la sua vocazione di crocevia del dialogo fra i popoli, megafono di chi lotta in ogni parte del mondo per il riconoscimento dei diritti umani».

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