Inner dall’oro alla frana «Prima la botta in testa poi la nuvola di Fantozzi»

Bormio «Tornerò a vincere: quest’anno o l’anno prossimo, non lo so, ma tornerò». Scherza col calendario Christof Innerhofer, quando al nuovo anno mancano poco più di 48 ore. Ritrovarsi «Winner» in una stagione cominciata malissimo, tornare a stretto giro di manche il triplo «Inner» degli scorsi mondiali: la sua è una speranza forte solo derubricata da un’altra prova incolore ieri a Bormio sulla «Sua» Stelvio dove fu primo nel 2008 e terzo nel 2010. Ieri Innerhofer ha rimediato perfino una multa perché, dopo aver saltato una porta poco prima della terribile «carcentina», non si è accostato, ma ha voluto sciarsi tutta la pista. Non uno sfregio alle regole della federsci, ma un gesto di liberazione da una fortuna un po’ avversa che quest’anno torna a visitarlo con insistenza. Come a dire «Tanto ti ho dato la scorsa stagione, tanto ti tolgo, questa volta». Tant’è.
«Salderò la multa», dice Inner sapendo che ben più alto è il prezzo che sta pagando: all’interesse delle aspettative post mondiale che gravano su di lui ogni volta che esce dal cancelletto si aggiungono gli interessi maturati in una serie di piccole ( o grandi) difficoltà con cui il finanziere di Gais sta facendo i conti. Il mal di schiena, l’influenza che si è beccato e soprattutto quella trauma cranico rimediato ad inizio novembre in allenamento a Stubai. Inner che sembra riprendersi subito e vola in Nord America, poi le fitte, il mal di testa. «E tanto, tanto equilibrio in meno». Racconta il campione: «Ho perso due mesi e mi sento più in guerra con me stesso che in competizione con gli altri: non ho sottovalutato il problema, credo fermamente nelle mie capacità, non mi demoralizzo, ma è una botta per cui occorre più tempo di quello che credevo». Ad Inner manca equilibrio in gara e in giornate come ieri dove perfino il grande Cuche ( poi ottavo) si trova a mal parata fra cielo e terra che si tingono dello stesso, insidioso bianco latte, tutto si fa più confuso. «Ho perso anche 5 chili: se hai le gambe molli e quando scendi hai addosso al nuvola di Fantozzi e ci vedi pure poco non è facile ricordarsi come vincere», spiega, mettendosi per la prima volta a nudo. «Nei giorni di Natale - spiega il direttore tecnico Claudio Ravetto - avevamo previsto un allenamento a secco specifico per rinsaldare un po’ la forma, ma Inner s’è beccato l’influenza!». Colpa degli straordinari e dello stress? «Credo che uno sciatore pur convalescente da una botta e un trauma come il suo non guarisca prima se si mette a letto. Deve solo riprendere a fare il suo mestiere e cioè sciare», chiosa Ravetto. Con pazienza e calma.
La prova è quel Didier Defago che ieri è stato il migliore di tutti: accolto all’arrivo dai suoi bimbi si è sciolto in lacrime. Il gigante buono conosce la fatica di risalire la china.

Per lui la ruota è tornata a girare trascinando sul podio anche molta Svizzera con Patrick Kueng, secondo davanti all’austriaco Klaus Kroell. L’Italia si affida al nono posto di Dominik Paris e al 18simo di Peter Fill. Bravo anche Siegmar Klotz, 24 simo dalle retrovie. Mentre continua la crisi di Werner Heel, a 5 secondi di distacco.

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