Inno di Mameli con sciacquone: assolto dai giudici

da Bolzano

L’inno di Mameli suonato con tamburo e sciacquone, la «installazione artistica» sequestrata nei giorni scorsi a Bolzano, tornerà a essere esposta al Museion. Il tribunale del riesame di Bolzano ha infatti ordinato il dissequestro dell’installazione, la cui esibizione nella galleria altoatesina aveva suscitando numerose proteste e polemiche. Fino all’accusa di vilipendio nei confronti di un «emblema dello Stato». La procura sta valutando di fare ricorso contro l’ordinanza in Cassazione. L’opera sarà quindi di nuovo esposta al Museion, dove compare nell’ambito della mostra «Group Therapy», con i soliti tamburi e lo sciacquone in sottofondo.
L’inchiesta della procura era stata aperta dopo un esposto di Alleanza nazionale. La direzione del museo si era limitata a «prendere atto» della decisione della procura. Nel registro degli indagati con l’ipotesi di vilipendio alla bandiera o ad altro emblema dello Stato sono finite le due ideatrici dell’installazione, Eleonora Chiari e Sandra Goldschmied, di 35 e 31 anni, che vivono e lavorano a Roma.

Di recente le due artiste, che operano con lo pseudonimo di «Goldiechiari», avevano raggiunto una certa notorietà sulle riviste di settore con l’esposizione, a Milano, di un gigantesco sex toy gonfiabile lungo 27 metri e illuminato dall’interno.

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