Innse, gli operai ancora sulla gru: "Ora deve intervire Berlusconi"

Il proprietario Silvano Genta convoca una conferenza stampa per sbloccare la situazione. Ma è una farsa. I 5 operai ancora sulla gru da ieri mattina

Innse, gli operai ancora sulla gru: 
"Ora deve intervire Berlusconi"

Milano - "Si sbrighino a darci delle risposte, perché senza queste noi resisteremo a oltranza". Hanno trascorso la notte sulle gru i quattro operai della Innse e il funzionario della Fiom per protesta contro lo smantellamento dell’azienda. Ieri mattina si sono arrampicati sulle gru dopo avere aggirato il blocco delle forze dell’ordine. La Fiom-Cgil ha scritto alla presidenza del consiglio per chiedere l’intervento diretto di Berlusconi. Una decina di operai della Innse si sono radunati in un presidio davanti alla prefettura di Milano per contestare l’imprenditore Silvano Genta che, dopo aver convocato una conferenza stampa, l'ha subito disdetta. "Le proposte che avevamo da fare a Genta - spiega il delegato della Fiom, Roberto Giudice - le abbiamo fatte subito dopo i licenziamenti e ora ribadiamo che le macchine non escono di qua".

La farsa della conferenza stampa In un momento delicato e per certi versi drammatico per la vicenda dell’azienda metalmeccanica Innse Press, questa mattina a Milano si è assistito a una farsa. Alle 9.40 una nota inviata alle redazioni segnalava che alle 10 sarebbe stata tenuta una "conferenza stampa pubblica degli imprenditori coinvolti nel caso Innse Press". Sul posto si sono immediatamente riversati cronisti, polizia, carabinieri e una decina di operai della fabbrica di via Rubattino accompagnati dalla segretaria della Fiom, Maria Sciancati. Solo dopo diverse ore di attesa l’avvocato Gianbattista Lomartire, legale di Genta ha spiegato che "la conferenza stampa è stata rinviata a data e luogo da destinarsi per motivi di sicurezza e di opportunità". Nel frattempo la Prefettura aveva fatto sapere che nei suoi uffici non era in programma alcun incontro con Genta.

Continua la protesta La situazione alla Innse rimane intanto di stallo: i quattro operai e il funzionario Fiom si trovano ancora sul carroponte sospeso a oltre dieci metri di altezza in uno dei capannoni della fabbrica (dove hanno anche dormito stanotte), e al presidio permanente fuori dai cancelli ci sono una trentina di tute blu guardate a vista da un cordone di Forze dell’ordine che presidia, da domenica scorsa, l’intera area. Tutti rimangono dunque in attesa di un "segno" della Presidenza del Consiglio investita ieri ufficialmente della questione Innse dalla Fiom-Cgil. Presidenza che pare ormai l’unica Istituzione in grado di smuovere, in un modo o nell’altro, una situazione che giorno dopo giorno si fa sempre più disperata. Intanto la Fiom-Cgil ha spiegato di avere inviato ieri una lettera alla presidenza del consiglio per chiedere l'intervento diretto del premier Silvio Berlusconi per arrivare a una soluzione della vicenda.

Angeletti: "La Innse agli operai" "Se non si trova un imprenditore che se ne faccia carico, non mi sembra male l’idea di darla agli operai".

Così, parlando con l’Ansa, il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, sull’Innse. "Si tratta - afferma il leader sindacale - di una vicenda trascurata. Un’azienda abbandonata da oltre un anno. Che invece non può essere trascurata, per non buttare via la sua enorme capacità produttiva".

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