Inquisì il premier del Montenegro Ora spia i party a palazzo Grazioli

Il tam tam sui blog è già partito. «Pino Scelsi sarà il nuovo De Magistris?», si chiedono gli internauti alcuni con speranza, altri intravedendo una iattura. Cinquantacinque anni, una fama da gran lavoratore, sostituto procuratore distrettuale antimafia, Scelsi a Bari è magistrato piuttosto noto. Soprattutto da quando ha messo sotto inchiesta Milo Djukanovic, cinque volte premier del Montenegro, accusato di associazione mafiosa finalizzata al traffico di sigarette di contrabbando dal Montenegro all’Europa e verso la Svizzera. Inchiesta archiviata per l’immunità diplomatica riservata ai capi di Stato, di governo e ai ministri degli Esteri. Decisamente più tosti i processi ai più spietati clan baresi, i Capriati e gli Japigia. Criminalità organizzata e politici collusi, killer e colletti bianchi. Ma anche lui incontra Massimo D’Alema nell’indagine sul re delle cliniche private Francesco Cavallari e i presunti finanziamenti al Partito comunista per la campagna elettorale del 1985. Un’inchiesta per la quale il pm Alberto Maritati chiese l’archiviazione e nella quale Scelsi fece gli accertamenti su Cavallari.

Finanziamenti rossi, dunque, sui quali indagò proprio Scelsi, magistrato di punta della corrente di Magistratura democratica a Bari. Maritati, come Emiliano, si buttò in politica. Scelsi, invece, si tiene stretta la sua toga da magistrato e oggi indaga sulle presunte feste a Palazzo Grazioli.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica