Insegne solo in lingua cinese, multati i negozi di via Sarpi La Lega: «Sanzioni a mille euro»

Prime multe a Chinatown per le insegne scritte dei negozi scritte esclusivamente in cinese. I vigili hanno multato i titolari di una gioielleria in via Sarpi e di un negozio audio-video in via Messina. Ma per la Lega Nord non è abbastanza. La battaglia deve essere ancora più dura. Il capogruppo del Carroccio in Comune, Matteo Salvini, rilancia e chiederà al sindaco Letizia Moratti di sbilanciarsi in multe più saltate ai negozianti cinesi trasgressori: altro che 50 euro, «arriviamo fino a mille euro». La filosofia è chiara: eliminare dalla Milano cinese le incomprensibili scritte in ideogrammi. Passino i nomi scritti al neon in inglese, va bene quelli in francese. Ma per l’arabo e il cinese non si fanno strappi. E si chiede una pulizia a tappeto.
«Ho ricevuto diverse lamentele - spiega il vicesindaco Riccardo De Corato, che ha dato inizio all’operazione multe in via Sarpi e dintorni - da parte dei cittadini del quartiere relativamente alle insegne scritte in cinese, che di fatto risultano incomprensibili ai molti residenti. Una situazione che oltre a provocare disagio, crea problemi di legalità e sicurezza».
Solo a Chinatown la Polizia Locale ha messo a segno 64 operazioni, dove sono emerse diverse irregolarità: da centrali della contraffazione di prodotti anche pericolosi e non a norma, a dormitori per clandestini in pessime condizioni igieniche e sanitarie. Da finte erboristerie, in realtà farmacie dove si vendevano medicinali non autorizzati, a ambulatori medici clandestini a centri massaggi che fanno da paravento alla prostituzione.
«Ecco perché - prosegue De Corato - avevo chiesto al Comandante di effettuare controlli anche in questa direzione. C’è un Regolamento comunale di Polizia Urbana che vieta l’esposizione di insegne, vetrine, cartelli, frontoni, ditte e pubblicità d’ogni specie senza l’approvazione dell’Autorità comunale e prescrive anche che le leggende devono essere in corretta lingua italiana».
In effetti sulle insegne cinesi ci potrebbe essere scritto di tutto. Già non è sempre chiara l’attività dei negozi.

Se per di più non si riesce a capire cosa sta scritto sui cartelli fuori dalle vetrine, allora diventa impossibile non solo comunicare con la realtà cinese, ma anche ammazzare sul nascere le attività illecite. Per questo il Carroccio torna sul pezzo e chiede un giro di vite più severo, nella speranza di smantellare tutte le insegne che non possono essere lette dagli italiani.

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