Ventisette persone sono state iscritte nel registro degli indagati in varie città italiane con laccusa di avere divulgato materiale pedo-pornografico su Internet. Linchiesta partita e coordinata dalla Procura di Catania, ha portato a decine di perquisizioni in 21 città dItalia, eseguite dalla polizia Postale: 27 le persone indagate. Il materiale pedopornografico girava sul web tramite il nuovo programma peer-to-peer denominato «Sharezaa». In particolare, gli indagati acquisivano e diffondevano sulla rete internet video di pornografia infantile, utilizzando un nuovo software di file sharing. I siciliani coinvolti sono tre. Un impiegato di 55 anni, sposato e con due figli adulti; un pensionato messinese di 70 anni, nella cui abitazione sono stati trovati tre computer e una ventina di file che ritraevano scene hard tra adulti e minori e un cameriere palermitano di 50 anni, sposato e padre di due figli. Anche in questo caso sono stati scoperti tre computer nei cui hard disc cerano file di pedofilia e tracce di scambi con programmi «pear to pear».
È un libero professionista cinquantenne di Livorno, sposato e padre di un bambino, un altro dei denunciati. Il professionista si è giustificato spiegando che lo scarico del file è avvenuto per errore. Duecento dvd sono stati invece sequestrati nellabitazione di un artigiano di Albenga (Savona).
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