Insulto all’arbitro di Livorno: Moratti si scusa

Milano. Massimo Moratti si scusa per la sua reazione di sabato pomeriggio in tribuna a Livorno, quando all'espulsione di Maicon seguita da quella di Mancini non ha saputo trattenere un gesto di stizza accompagnato da frasi non proprio garbate nei confronti dell'arbitro Morganti. Gesti e frasi, ben chiare nel labiale, che le riprese televisive hanno immortalato.
Ieri, a chi gli faceva notare che è stata la prima volta in cui si è visto un Moratti così arrabbiato in tribuna, il presidente nerazzurro ha risposto sorridento: «No, magari mi sono arrabbiato anche altre volte e non mi avete beccato... A parte gli scherzi mi scuso perché certamente non voleva essere un'esibizione. Mi scuso sia con la persona a cui mi sono rivolto, sia per la cosa in sé».
Archiviato l’episodio di sabato, il presidente nerazzurro si butta a capofitto nella sfida di questa sera: «Sono abbastanza convinto che la squadra abbia il potenziale per ribaltare il risultato». In Spagna l'Inter di Mancini arriva con il fardello del 2-2 di San Siro, situazione ad alto rischio. E Moratti lo sa: «Peccato per il risultato dell'andata, ci mette in condizioni di avere un po’ di paura». Più che al derby di domenica («è meno importante della partita di Valencia»), il presidente pensa ai suoi gioielli e lancia Ibrahimovic verso il Pallone d’Oro: «Credo che abbia le possibilità di conquistarlo: tutto dipende anche dal rimanere in corsa in Champions».

In chiusura la classica domanda sul rinnovo di Mancini, che per molti avrebbe dovuto essere ufficializzato alla vigilia della trasferta spagnola. C’è stato l’incontro? «Siamo uno a Valencia e l'altro a Milano, è difficile».

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