Ma intanto i feudi rossi indossano la camicia verde

Il Barontini? E chi non lo conosce a Volterra. Maremma, ma il Barontini è un comunista. E di famiglia, pure. Suo nonno Lino era un partigiano doc, lui... Beh, lui oggi ha cambiato casacca. Nel portafoglio ha ancora la tessera di Cgil e Arci ma ha stracciato quella del Pci, Pds, Ds, Pd, falci, martelli e stelle rosse. Il Barontini ha in tasca una rosa camuna e una tessera verde. Di una Lega Nord che nelle roccaforti rosse del regionalismo italiano sta rosicchiando consensi e uomini a una sinistra in crisi d’identità. E di valori. I voti sono sempre tanti. Ma le percentuali si assottigliano. I leghisti agguantano paesi su paesi. Che una volta erano feudi sinistri.
A Volterra ce l’ha fatta il Buselli, tra i due litiganti (centrodestra e centrosinistra) l’ha spuntata lui, l’infermiere di 34 anni che sul cancello di casa ha scritto «Dio è amore». E governa in nome della Lega sotto la sigla di una lista civica. Stesso show nella vicina Pomarance e a Castelnuovo val di Cecina. Piccole roccaforti. Crollate.
«Certo che rubiamo voti alla sinistra - dice il Barontini -. In una regione rossa non possono venire che da lì. Da dove, sennò, dal cielo?». Oggi è segretario circoscrizionale di Bossi e da tempo ruba «compagni». «Vedono la sinistra dare tutte le attenzioni agli ultimi, agli extracomunitari, e dimenticarsi dei penultimi, degli operai italiani, molto meno chic da difendere» ripete. «Tutelano i clandestini ai danni degli italiani, un autogol...» è il ritornello che gira in Toscana. E vale pure in Emilia. L’ha raccolto Paolo Stefanini che ha scritto il libro-inchiesta Avanti Po (Il Saggiatore, 288 pagine, 15 euro) in cui racconta come la sinistra abbia il fiato corto a casa propria.
«Pensano troppo a Berlusconi e poco alle nostre esigenze» fanno eco nel Modenese. «Trascurano la delinquenza e l’immigrazione» rincarano delusi questi ranghi sommessi che non navigano nei salotti e non scrivono sui giornali cult in salsa gauche. Avanti popolo... La Lega aspetta. E la gente risponde. Non ci sono nomi celebri, né onorati onorevoli. Parlano di una sinistra che si è democristianizzata. Parlano di no global che «sono il peggio che sia stato prodotto in questo Paese. I giovani padani saranno ruspanti ma non andrebbero mai a distruggere negozi, a devastare proprietà altrui. A tirare sassi. O estintori» spiega «Cocomero», al secolo Gabriele Nizzi, uno che è verde fuori e rosso dentro. E che la sinistra l’ha lasciata e ora lavora per Bossi.
E parlano del lavoro che non c’è per la gente del posto. Nemo propheta in patria all’emiliana. Parlano di uno Stato che dal primo carabiniere all’ultimo postino è rappresentato solo da meridionali. «Un fiumalbino o un modenese in un posto pubblico non s’è mai visto...». E se la prendono con la violenza. Quella tollerata. Direttamente o no. Pavullo, anno 2006: un commerciante di telefonini ucciso a coltellate. Fiumalbo 2009: orefice picchiata per rapina. Il sindaco proponeva due telecamerine. Gli uomini della Lega hanno offerto una ricompensa a chi aiuti a far arrestare i malviventi. Risultato, solito attacco da sinistra «perché era come mettere una taglia sul bandito».
La religione è un tema caldo. A Sassuolo il 10 per cento della popolazione è islamica. Ma di moschee non se ne parla. Chiuse tutte. Troppi abusi edilizi. E niente abitabilità. Poi razze incompatibili. I turchi che non pregano con gli arabi, gli afghani che rifiutano i pachistani, i tunisini contro i marocchini. In paese si sono opposti. «Non possiamo autorizzare quaranta moschee». E non ne è rimasta una. Così là dove una volta si suonava bandiera rossa ora si sente dire che «la sinistra è come il cancro, ci vuole una chemio forte per batterla». E anche gli ambulanti hanno saltato il fossato. A Bologna chiesero la Montagnola per fare il mercato, ma l’assessore verde dell’allora sindaco Vitali fece la guerra per non far rovinare le aiuole. Lui, Mauro Manfredini, esplose: «Centinaia di famiglie rischiano di andare in rovina e pensate all’erbetta». L’anno scorso Manfredini, candidato sindaco leghista a Modena, ha chiuso con l’11 per cento dove il Pd ha vinto con il 50,1 e il Pdl ha preso il resto.
Ce l’hanno pure con il certificato Isee, sugli indici di reddito, nell’Emilia rossa che si tinge di verde. L’ha voluto il Pd ed è discriminatorio, dicono loro. In particolare il vicesindaco leghista di Guastalla: «Le cento case in Marocco di un immigrato non risultano e lui prende i vantaggi, uno che ha due stanze qui figura come un ricco possidente di case...».

Per questo in Umbria hanno corretto i criteri per le graduatorie. Ogni anno di residenza vale 0,25 punti in più mentre i figli «valgono» meno. E gli immigrati ne fanno di più. Così i leghisti umbri hanno restituito alloggi popolari agli italiani.

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