Politica

Intanto l’ editoria scolastica continua a fare affari

In un anno in cui il comparto editoriale perde il 3 per cento, il fatturato del settore didattico aumenta dell’1,3. La «colpa» è anche dei professori

Dicono che l’accanimento nei loro confronti è ingiusto. Dicono che il 28 agosto mostreranno in una conferenza stampa qual è la reale situazione dei prezzi. Gli editori italiani non hanno preso bene la decisione dell'Antitrust di avviare un monitoraggio sui costi dei libri scolastici, accusati di aumenti ingiustificati e esorbitanti. Vero è, però, che in un panorama complessivo tutt’altro che roseo, l’editoria scolastica sembra godere di un’insolita buona salute: nel 2008 il fatturato prodotto dai libri di testo (la cosiddetta «scolastica di adozione») ha raggiunto i 473 milioni di euro, con un aumento dell’1,3 per cento rispetto all’anno passato. Il tutto mentre nello stesso periodo l’editoria perdeva, nel suo complesso, il 3% dei ricavi. Una fortunata eccezione.
Non solo. Nella scolastica, il mercato del libro usato resiste oggi in forma residuale, con un fatturato, in calo, di appena 30 milioni di euro. Proprio nell’epoca del risparmio a ogni costo, dove, dalle automobili ai vestiti, la parola d’ordine è riciclo. Sarà forse per il moltiplicarsi dei libri di testo e delle edizioni? I dati Istat del 2006 (i più recenti disponibili) mostrano come, sui 6.200 testi scolastici immessi sul mercato, solo 2000 sono titoli nuovi.
Colpa però anche degli insegnanti, che spesso pretendono la versione «riveduta e ampliata» della vecchia grammatica italiana. Così diventa impossibile comprare a poco prezzo lo stesso testo di due o tre anni prima. L’unica soluzione, per molti, è acquistare la nuova edizione, spesso quasi identica alla precedente. Di fatto, l’unica cosa a cambiare quasi sempre, inevitabilmente verso l’alto, sono i prezzi.
Ora, con gli aumenti c’entrerà pure l’inflazione, ma di fatto l’istruzione sembra un business più che fiorente: considerando anche il vasto mercato della parascolastica (atlanti, dizionari e simili) che da solo vale 150 milioni di euro, nel 2008 ha fruttato complessivamente circa 650 milioni di euro.

E per il futuro? «Internet - conclude il direttore dell’Editrice Bibliografica Giuliano Vigini, uno dei massimi esperti del mercato del libro - non sostituirà mai completamente il cartaceo, ma sarà senz’altro un’ottima carta da giocare». E, magari, anche una buona occasione per diminuire i costi della scuola.

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