Inter all’ultimo respiro È il ritorno dei Champions

L’Inter può ancora guardare la sua Champions con l’orgoglio dei campioni. Ce l’ha fatta con la fortuna dei grandi e con l’impensabile aiuto dei peggiori. Goran Pandev ha messo ancora piede in una impresa storica: dopo aver segnato nella coppa Intercontinentale, ha lasciato il segno anche stavolta: all’ultimo minuto ha fatto partire il gol del riscatto suo e della stella d’onore alla squadra. Inter trascinata da Eto’o, come sempre, più di sempre. Sono stati assist (due) e il gol( (8° su 8 in Champions) che forse ha illuso, prima di far mangiare ai compagni suoi pane duro e sofferenza. L’Inter salva la faccia del calcio italiano e restituisce faccia al povero Julio Cesar che, in due partite, ha lasciato il segno con due paperone. Nessuno avrebbe più ricordato altre parate importanti (anche ieri sera) dopo tanto disastro. Così il destino ha fatto giustizia. Al Bayern restano solo lacrime: ha follemente sprecato. Sarà un caso, ma l’unica sconfitta interna tedesca in Europa (su 16 match), è capitata con l’arbitro di ieri ! Sempre per statistica: il Milan a Monaco cominciò la corsa alla vitoria finale.
Partita vissuta con il cuore in gola: bella e piena di emozioni. Il Bayern si è mangiato una decina di occasioni, l’Inter molte di meno, ma ha chiesto aiuto allo stellone difensivo (certamente il migliore dei suoi stopper)e al cinismo offensivo dei suoi campioni: la migliore delle sue qualità.
Inter senza Zanetti, bloccato da febbre e gambe deboli, e in certi momenti se n’è sentita la mancanza nell’attenzione tattica. Il Bayern ha trovato infiniti punti d’accesso alla difesa nerazzurra: poteva esser scontato, ma la realtà rischia sempre di essere peggiore dell’immaginazione. Il sunto della partita è anche la foto delle due squadre: Inter ottima quando è riuscita ad attaccare, con i brividi quando si è ritirata sulla difensiva. Stessa faccia per il Bayern: Robben è stato per un tempo puro godimento calcistico, Ribery un assatanato, Muller e Gomez due avvoltoi. L’Inter ha messo subito la marcia alta, pescando un gol tutto astuzia(poteva essere in fuorigioco) e sapienza calcistica con l’unico autentico fuoriclasse: la stilettata di Eto’o, dopo tre minuti, ha fatto levare in alto i cuori e dimostrato che la squadra poteva farcela. Salvo, poi, fare i conti con il resto della compagnia: Pandev pareva un bambino dell’asilo calcistico, i centrocampisti sono andati in sofferenza per trequarti d’ora, i difensori si sono sentiti nel mezzo di una tempesta. E Julio Cesar ha confezionato la seconda papera dei ricordi, annichilito dal furoreggiare di Robben, tiro che recapitato un pallone saponetta. Frittata che Gomez ha sfruttato con una splendida girata.
In questi casi il pallone è diabolico: in dieci minuti l’Inter è finita a testa in giù, stavolta per un guizzo di Muller. Gol eppoi tante prove di alluvione, sventate dalle mani ritrovate di San Julio, da un palo salvatore sull’ennesima incursione di Gomez e Muller. Ribery sembrava pronto a sbranare, Robben si è mangiato il 3-1. Spettacolo e spettacolarità sono state compagne ideali della serata.

Per l’Inter è stata sofferenza nel primo tempo e un volo d’aquila, un più consolante aprir d’ali, nella ripresa quando Sneijder ha calibrato la mira e ci ha preso, dopo 17 minuti, sfruttando la mollaggine difensiva di Schweinsteiger. A quel punto l’Inter ha rischiato anche il terzo gol dal suo piede ispirato. Ma l’impensabile è arrivato dal siluro di Pandev: il peggiore in campo. Anche questo è calcio.

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