Potevano essere onori e lodi, se Mourinho non ci avesse messo la coda. Bisogna saper perdere, ma bisogna anche saper vincere. Mou non è esperto in alcuna delle due materie. Ed ha ricominciato a veder nemici e tradimenti, ha messo in riga i dirigenti nemici e arbitri (e relativo capo) nemicissimi. In tal senso reso forte dagli interventi societari: un Moratti in un silenzio quasi soft, ma arrabbiatissimo, e Paolillo solito kamikaze dassalto (Ricordate? «Mancini all80% resta allInter», «Contro la Juve mandiamo la Primavera») che spara cannonate spesso ritornate al mittente. Stavolta parla di complotti («Cè qualcosa che non va. Vogliono riaprire il campionato, ma in modo non leale»). Quando, invece, i veri killer sono in mano allInter e tutti glieli invidiano: Milito, Pandev, Balotelli, Etoo. Altro che panzer dassalto di unInter fa.
Ma il Dna dellInter (sì, proprio dellInter) è questo: rovinarsi la festa da sola. È accaduto con lultimo scudetto di Mancini. Ci hanno tentato anche domenica notte. Molto meglio la squadra sul campo, rispetto a quella fuori campo: incendiaria a prescindere. Cera da levar tanto di cappello: Inter forte, forte quanto mai era apparsa. Quelli del Milan sembravano monaci contemplatori. Gli interisti gente affamata di tutto: successo, gol, voglia di imporsi, umiltà del dimostrare qualcosa. Cosa chiedere di più ad una squadra? Mou(ridens) lha detto alla fine, prima di rimettersi a fare il Mou(sone). «Fatico a trovare un mio ragazzo che non sia stato perfetto». Appunto perfetto! Peccato, però, che siano rimaste rabbia e spregiudicata indignazione, anziché il dolce sapore che porta la bellezza di un successo e di una squadra che, ha ragione Mourinho, poteva restare anche in sette e avrebbe vinto lo stesso. E se ogni tanto il tecnico ascoltasse i discorsi dei giocatori. Zanetti lo ha fatto intendere con la solita educazione: «LInter ha dato un grande segnale. Non pensiamo ci sia nulla contro di noi, anche se vanno tenuti gli occhi aperti». Mourinho era stato molto più accusatore: «Cè unaria che non mi piace. Ma il campionato è vostro, io sono qui di passaggio». Magari è stato davvero lultimo derby di campionato.
Ma partiamo dal bello che poi fa rima appunto con campionato: lInter ha dimostrato di averci preso con la campagna acquisti estiva (diversamente dallanno passato) ed anche con quella invernale. Pandev e Milito confermano, gli altri stanno mettendo il loro. In attesa di veder come finirà la corte a Kolarov e Ledesma. Ieri fumata grigia. Ma lInter ci ha abituato ai colpi di teatro. Per lestate è già stato prenotato Ranocchia del Bari (lInter aveva Bonucci). Gli scudetti si vincono anche così. Qualcuno dirà: facile farlo con i danari di Moratti. Però stavolta la società ha scelto bene. E la squadra, in Italia, ha dimostrato dessere daltro (alto) livello rispetto alle consorelle. In Champions sarà tanto più dura. Il Chelsea è una grande formazione, con qualunque allenatore sulla panca. In coppa Italia ritroverà la Juve, che lha sconfitta in campionato, ma almeno senza quei tifosi(San Siro sarà vietato al settore ospiti) che fanno mangiare il fegato a Balotelli.
Quindi basterebbe giocare ed evitare comizi polemici. Quelli di Sneijder per esempio. Ha il vizietto del farsi espellere. È capitato anche con lAtalanta. Peccato che Mourinho punti il dito solo contro le espulsioni di Balotelli: non depone a suo favore. Poi cè Materazzi con le goliardate: potrebbe evitarsele e il mondo non cambierebbe. I successi nemmeno. Sconfortante vedere che il nostro superfustacchione non cresca mai. Ieri ha capito daver esagerato ed ha cercato di metter la consueta pezza: «Nessun intento di offendere, nessuna implicazione politica. Il cavaliere ha autoironia, avrà sorriso». Boh! Era proprio necessario fare la prova-verità? Il giudice ha ricevuto una segnalazione dallinviato della Procura federale, ma catalogherà il suo caso alla voce goliardata, nemmeno Matrix lavesse ispirato, e tutto finirà. Non così con Mourinho che, essendo incontinente nei momenti dellesaltazione e del successo, ha spinto il procuratore ad aprire un fascicolo sulle parole di dubbia interpretazione riguardo complotti e complottanti. Era stato così bravo nello smascherare Abete e Galliani (comunque più in gamba di certi dirigenti che pensano a prender gli aerei, anzichè far la guardia al bidone), è ricaduto su se stesso come un sacco di patate.
Oggi lInter gode. Ha tutto: fortuna, grandi goleador, ottima difesa, dignitoso centrocampo dove Sneijder è davvero luomo in più. Un tecnico conducator che se ne infischia del gioco, gli basta la guerriglia.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.