Inter-Lazio è una noia, Mancini no «Bruno Conti è un maleducato»

Inter-Lazio è una noia, Mancini no «Bruno Conti è un maleducato»

da Milano

Mancini se l'è giocata come se il risultato di questa semifinale di andata contasse poco o meno ancora. Era come se avesse in mente che comunque al ritorno poteva andare a vincere come voleva facendo tutti i gol necessari per presentarsi nuovamente all'Olimpico per la finale del 24 maggio. Ma era solo un'impressione, lui questo non l'ha mai detto. In realtà ha detto altro quando - alla fine -, tornando sul caso Totti, gli è stato chiesto un commento sulle frasi di Bruno Conti (in sintesi: «Mancini si preoccupi dei vaffa presi dai suoi giocatori»). Risultato: «Non ho detto nulla di male. Conti è stato molto maleducato». La sfida continua.
Riguardo alla coppa Italia e alla Lazio, a 10 minuti dalla fine il tecnico dell’Inter ha messo in campo Cambiasso per garantirsi almeno un onorevole pareggio senza subire pericolose reti casalinghe, rischio che è stato altissimo nel primo tempo. È stata anche la serata in negativo di Figo, il più chiacchierato del prepartita dopo le dichiarazioni di Mancini che lo hanno bollato come vecchia gloria. Luis ha avuto un buono spunto verso il ventesimo del primo tempo, poi al 36' ha alzato il braccio e chiesto il cambio, in quel momento metteva molta nostalgia.
Casualmente la partita si è animata subito dopo la sua uscita dal campo. Due minuti dopo Crespo e Suazo si sono degnati di scambiarsi il pallone per la prima volta: inizia l'argentino che poi riceve al limite dell'area, sferra un destro e Ballotta mette in corner. Trascorrono altri due minuti e questa volta sono Solari e Maniche che se la giocano bene sulla destra, ex zona di pertinenza dell'ex Pallone d'oro. I due mettono in bambola qualche laziale, poi Maniche ha l'intuizione giusta e pesca dalla parte opposta del campo Jimenez quasi dentro l'area che sta dormendo: irrompono i laziali e la minaccia è sventata ma quella era una palla-gol buona e tanta.
Per il resto qualche tiro da lontano dei soliti Dabo, Ledesma, Maniche, una planata di Chivu su Rocchi solo in area dopo errore di Cesar, Mauri e Cribari che si ostacolano con Toldo pietrificato, ancora Toldo che respinge di piede un tiro di Mauri. In quel momento sembrava una di quelle partite da seconda serata, quasi inguardabile, poche cose degne, tante riserve in campo. Mancini poi esagera, in panchina ci sono Fatic, Bolzoni, Filippini e Siligardi.

Anche senza parate importanti, il più impegnato era Toldo, eppure se Burdisso (dopo un gol giustamente annullato a Mauri) non centra la traversa su stacco imperioso di testa a 10 dalla fine, si sarebbe qui a dire nuovamente che è tornata l'Inter che sa solo vincere.

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