Riccardo Signori
nostro inviato a Oporto
Se Moratti darà il permesso, Adriano potrà ritardare anche il ritorno in campo. Un po di panca non fa mai male, soprattutto quando ci si stanca a vagabondare tra un aeroporto e laltro. E Adriano ha la faccia ed anche le gambe stanche. I rapporti interni sono risolti, ha annunciato Mancini. Ma il problema non sono soltanto gli aerei persi e i rapporti un poco incrinati. Il problema sta nelle cose calcistiche: forma, freschezza, brillantezza, capacità di essere utile alla squadra. Si legga Inter, non Brasile. «Bastasse un gol per ritrovarlo come qualche mese fa, lo farei giocare subito e senza dubbio. Ma così, non so: ci devo pensare, voglio vedere. Sceglierò cercando di trovare la giusta soluzione, al di là di tutto quello che è successo e che ora deve essere dimenticato. Bisogna parlare di altre cose». Ieri pomeriggio, alle otto della sera, nel ventre dello stadio Dragao di Oporto che tanto sta nelle pene della storia dellItalia calcistica, Mancini parlava così. Verità del momento o verità assolute? Difficile dire, perchè il tipo ama giocar spesso con le parole. E, qualche volta, una notte o un malumore di Moratti portano consiglio. Ma il sottopelle dellallenatore è quello di tutto il mondo Inter: Adriano, così non serve. Deve capire che lInter paga e merita il rispetto. Che poi non sarà la stessa idea di Moratti, pronto alla carezza più che allo scappellotto.
Però la linea Veron è anche quella del tecnico e di tanti altri. «Adriano è grande e vaccinato, è giovane e deve ancora crescere come uomo. Il fatto che abbia chiesto scusa, dimostra che in qualcosa è cresciuto», ha raccontato Materazzi, uno di quelli che aveva puntato il dito accusatore. Insomma tutti pronti a dimenticare, ma intanto il brasiliano rischia di finire in panca per un tempo, con Recoba e Cruz in campo (Martins sta male). O magari attacco ad una punta (Cruz) con Pizarro in aggiunta ai centrocampisti.
LInter riparte così, con vista Europa ma senza perder di vista i problemi interni. Nonostante le prediche di Facchetti, che ha chiesto di pensare al risultato. «Vincere contro il Porto significa mettere le mani sulla qualificazione. Pensiamo alla partita e non a quello che è successo. Sfruttiamo loccasione e chiudiamo i conti in Champions». I conti dicono che i nerazzurri hanno sei punti, e i portoghesi zero punti e sei gol subiti. Non è solo questione di numeri.
Cambiar aria e cambiar facce, non resta altro. Anche per smentire quellirritante Co Adriaanse, olandese che sta sullaltra panca e che, pur non passandosela bene pure in campionato tanto da rischiar il posto, ha allungato la goccia di veleno. «LInter ha vinto 5-0 in campionato, ma è solo una casualità. LInter è la tipica squadra italiana, si chiude bene in difesa e segna poco». Sì, cè del vero ma il tecnico del Porto è rimasto ai tempi di Herrera per altri aspetti. Lanno scorso, da queste parti, lInter ha pareggiato (1-1), salvo affidarsi ad Adriano nel ritorno (tre reti). Circa un anno fa, il brasiliano cominciava a mostrar segni delle sue insofferenze. Questanno la crisi è arrivata prima, ma qualcosa è cambiato. Forsanche per questa ragione, Mancini comincia a parlare di Cassano.
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