Inter, solo Adriano non riesce a segnare

da Milano

Tutti gli occhi su Adriano, l’unico con Solari titolare a Palermo. Il resto non è aria semifritta, ma interessa meno: il passaggio al quarto della Tim (Coppa Italia), la decima vittoria consecutiva, la quattordicesima utile dopo la sconfitta casalinga con il Bayern del 27 settembre, la nidiata in panchina pronta e speranzosa. Ma Inter-Messina è l’Imperatore che deve battere un colpo, dare un segnale, convincere. Quando l’Inter nel giro di mezz’ora mette dentro la porta di Caglioni due zuccate vincenti di Burdisso e Mariano Gonzalez, entrambi all’esordio fra i goleador in maglia nerazzurra, l’interesse di Inter-Messina si avvicina allo zero assoluto. Non per gli oltre quattromila under 16 degli Inter Campus, scuole calcio e oratori a cui il presidente Moratti ha concesso un ingresso gratuito. Hanno occupato un’intera curva e sono stati loro a scandire l’incitamento più caldo in uno stadio deserto con il solo primo anello aperto a prezzi popolari.
Dunque l’Imperatore ha bisogno di una nuova iniezione di fiducia dopo la promozione a titolare del Barbera di Palermo dove qualche vago progresso lo ha mostrato. Il match è quello ideale per non pensare e fare gol, come non ha importanza. Si intuisce che i compagni hanno una gran voglia di dargli questa soddisfazione, un gol che manca dal 29 marzo, qualcosa come 245 giorni, una cifra che avrebbe spedito qualunque altro attaccante lontano da San Siro. Moratti ha chiesto pazienza, in pratica è un ordine ma la notte avanza e Adriano non appare. In verità ci sarebbe qualche episodio curioso a sua discolpa: un’entrata di Morello in area verso la fine del primo tempo, ma su un’azione talmente lenta da appannare anche i riflessi dell’arbitro Squillace. L’Imperatore gioca largo a sinistra, smista, fa qualche scatto dei suoi, perde la palla per strada, torna, scivola, va anche a rincuorare Zoro strafischiato dai 6.040 paganti per la storia antipatica e vergognosa del suo colore. Non ha ancora la condizione fisica ma la potenza non l’ha persa, i compagni gli lasciano calciare due punizioni e la palla si stampa sui tabelloni, tutti lo cercano, lui vorrebbe far capire che tutta quell’attenzione gli fa salire la pressione, fa qualche colpo di tacco, gioca da trequartista, ma si vede che ci tiene. Intanto Maxwell, Gonzalez, Solari e soprattutto Figo buttano giù un po’ di repertorio davanti a un Messina che proprio non riesce a presentarsi dalle parti di Toldo. La beffa arriva quando a rete ci torna per la terza volta Burdisso, una tripletta storica che diventa quasi una maledizione per Adriano.

Sul 4-0 entra Attila Fulkor, un ungherese di 18 anni che giocava nel club maltese del Peita Hotspurs, attaccante. Segnasse anche lui il recupero psicologico dell’Imperatore subirebbe un rovescio praticamente irreversibile. Il ragazzo si adegua, non segna più nessuno, finisce quattro a zero, Inter ai quarti.

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