Roma - In attesa di quella che in privato non esita a definire una vera e propria «escalation» mediatico-giudiziaria, Berlusconi passa la giornata a Palazzo Grazioli. Con un occhio ai segnali di ripresa di Piazza Affari e al voto del Senato e con la testa su quella che rischia di essere una settimana di fuoco. Un po’ perché da Bari continuano a rimbalzare i rumors sull’imminente pubblicazione di altre intercettazioni, un po’ perché all’interno della maggioranza iniziano a farsi sentire i soliti malpancisti come accade alla vigilia di ogni voto importante. I numeri a Montecitorio, infatti, sono decisamente più risicati e pare che più di un Responsabile abbia approfittato dell’arrivo imminente della manovra per tornare a chiedere una poltrona di sottosegretario.
Un Cavaliere che passa la giornata con Ghedini, probabilmente anche per iniziare a ragionare sull’appuntamento di martedì, quando i pm di Napoli si presenteranno a Palazzo Chigi per ascoltare il premier in qualità di parte lesa nell’ambito dell’inchiesta su Tarantini e Lavitola e sulla presunta estorsione ai danni di Berlusconi. Un’appuntamento delicato, non solo perché il capo del governo dovrà rispondere alle domande dei magistrati ma anche perché sarebbe proprio martedì il giorno in cui potrebbero uscire le intercettazioni delle telefonate tra il Cavaliere e Tarantini che sono nei fascicoli dell’inchiesta barese. «Altro fango che ha il solo obiettivo di sputtanarmi e di screditare le istituzioni», ripete Berlusconi in privato. Perché - è il senso del suo ragionamento - tutto questo non ha nulla a che fare dalla giustizia, anzi «è quanto più lontano ci sia dalla giustizia». Non solo perché - è la convinzione del premier - la procura di Napoli non è competente a indagare di fatti che sarebbero avvenuti a Bari o a Roma ma anche perché il fatto di sentirlo come parte lesa è solo un modo per interrogarlo senza le garanzie di cui gode l’indagato. Per dirne una, non potrà avvalersi della facoltà di non rispondere. Senza contare quello che Berlusconi definisce un «uso criminale delle intercettazioni». Visto che ormai nessuno più si stupisce che siano gli stessi magistrati a veicolare sui giornali conversazioni che non solo dovrebbero restare segrete ma che in alcuni casi non si sarebbero neanche potute intercettare. E secondo l’agenzia TMNews tra le tante conversazioni ce ne sarebbe anche una che «potrebbe creare imbarazzo» con un importante leader europeo.
A non contribuire al buon umore del Cavaliere ci sono poi i sondaggi degli ultimi giorni - dal 2008 Pdl e Lega avrebbero registrato un calo di circa dieci punti scendendo qualche punto sopra il 30% - e il tam tam che in maniera sempre più insistente rilancia la possibilità di governi tecnici. Ipotesi che nonostante la settimana di fuoco in arrivo Berlusconi respinge con forza.
«Certo che ci proveranno - confidava ieri al telefono con un ministro - e che cercheranno di approfittare sia della crisi finanziaria che dell’ennesimo fango in arrivo dai magistrati. Ma finché ho i numeri non esistono altri governi. E se i numeri dovessero mancare l’unica via resta il voto». Anche l’ipotesi di un Berlusconi bis il Cavaliere non la tiene neanche in considerazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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