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Intercettazioni, Franceschini corteggia i finiani: "Il Pd pronto ad appoggiare i loro emendamenti"

Il capogruppo alla Camera del Pd, Dario Franceschini, apre ai finiani: "Sin dai lavori della commissione, potremmo votare a favore di quegli emendamenti presentati dai deputati finiani che tendono a migliorare il testo o contenerne i danni". Casini: "Così la legge non va bene, bisogna cambiare tre punti". Bocchino: "Felici della convergenza"

Intercettazioni, Franceschini corteggia i finiani: 
"Il Pd pronto ad appoggiare i loro emendamenti"

Roma - Sul ddl intercettazioni il Pd è pronto a votare emendamenti che dovessero essere presentati dalla componente finiana, se in grado di migliorare il testo. Lo annuncia il capogruppo alla Camera Dario Franceschini. "Il gruppo del Pd -spiega- è pronto ad una dura battaglia parlamentare per impedire l’approvazione di una legge che limita la libertà di stampa e pregiudica la possibilità di contrastare con efficacia i reati della criminalità organizzata. Per questo presenteremo emendamenti in grado di eliminare le parti più pericolose del provvedimento. Ma lavoreremo, come è nostro dovere fare, per limitare i danni prodotti dalle norme introdotte. Anche per questo, sin dai lavori della commissione, potremo votare a favore di quegli emendamenti presentati dai deputati finiani che tendono a migliorare il testo o contenerne i danni".

Bocchino: "Bene la convergenza" "Ci fa piacere sapere che Franceschini e il Pd condividono posizioni di destra sulla legalità e che sulle intercettazioni si dicono disponibili a convergere nel corso dell’iter parlamentare, ma l’opposizione deve aver chiaro che l’obiettivo è portare il Pdl sulle nostre posizioni perché aderenti al parere degli elettori di riferimento e non spaccare il partito con la complicità tattica degli avversari politici". Lo afferma il finiano Italo Bocchino.

Bocchino: "Chi ha scritto il testo ha fatto un pasticcio" "La legge serve a evitare gli abusi e soprattutto la gogna mediatica dovuta all’eccesso di pubblicazione di testi non attinenti alle indagini e senza rilievo penale, ma Berlusconi sa anche che chi ha lavorato sul dossier gli ha combinato un pasticcio, dando vita a un testo che ha scarsissime possibilità di passare il vaglio del Quirinale e quasi nessuna possibilità di superare lo scoglio della Corte Costituzionale. Anche in questo caso il suo ’ghe pensi mì ci rende ottimisti, perchè confidiamo sulla ricerca responsabile di una soluzione che salvi la legge e la renda accettabile non tanto al Quirinale e a Fini quanto a quei settori dell’elettorato di centrodestra che non la capiscono". Lo scrive Italo Bocchino, vice presidente dei deputati del Pdl, sul sito di Generazione Italia, l’associazione interna al Pdl.

Casini: "La legge non va bene, tre punti da cambiare" "La legge sulle intercettazioni così com’è va cambiata. Il testo approvato dal Senato contiene almeno tre cose che proprio non vanno e su cui dovremo intervenire: l’aver lasciato fuori dalle deroghe reati fondamentali come il riciclaggio e l’estorsione; i 75 giorni di intercettazioni rinnovabili con un meccanismo che non sta in piedi, e una gravissima violazione del concetto di libertà di stampa visto che le multe agli editori comporteranno inevitabilmente uno squilibrio tra i poteri della proprietà e il principio dell’autonomia dei giornalisti". Lo dice Pier Ferdinando Casini in una intervista sul numero di luglio del mensile free press Pocket. "Non possiamo aumentare la delinquenza - prosegue il leader dell’Udc - per tutelare la privacy. È inaccettabile diminuire il tasso di legalità del Paese e questo i cittadini l’hanno compreso. Alla maggioranza dico: sediamoci intorno a un tavolo e rivediamo insieme il testo.

E dalle altre componenti dell’opposizione più responsabili mi aspetto altrettanto: occupare l’aula come ha fatto Di Pietro al Senato o abbandonare l’aula come ha fatto il Pd - conclude Casini - serve solo a dare un pretesto alla maggioranza per blindare ancora di più il testo".    

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