Intercettazioni, il Guardasigilli: "No allo Stato di polizia"

Alfano: "Se si dice che più si intercetta più reati si scoprono, allora intercettiamo tutti gli italiani 24 ore su 24. La legge in discussione lascia tutto inalterato quel che riguarda i reati di mafia e terrorismo, anzi risparmiando sulle intercettazioni inutili ci saranno più fondi per quelle necessarie"

Intercettazioni, 
il Guardasigilli: "No 
allo Stato di polizia"

Palermo - "Non si può intercettare tutto e sempre. Se si dice che più si intercetta più reati si scoprono, allora intercettiamo tutti gli italiani 24 ore su 24. Così scopriremo certamente tanti reati, ma avremo uno Stato di Polizia". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, rispondendo alle domande dei cronisti a margine del convegno organizzato per il 18/esimo anniversario della strage di Capaci. "La legge in discussione sulle intercettazioni lascia tutto inalterato per quel che riguarda i reati di mafia e terrorismo, anzi risparmiando sulle intercettazioni inutili ci saranno più fondi per quelle necessarie. Nei prossimi giorni lavoreremo per rendere il testo più equilibrato, garantendo i tre principi fondamentali: diritto alla riservatezza, diritto di cronaca e diritto di indagine". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, a margine della manifestazione nell'aula bunker del carcere Ucciardone, a Palermo, per commemorare la strage di Capaci. Alla domanda dei giornalisti sulle perplessità espresse da alcuni magistrati proprio sull'incidenza che la legge sulle intercettazioni potrebbe avere sulle inchieste antimafia, Alfano ha risposto: "Non condivido questi dubbi, rispetto ai reati di mafia questa legge non modifica nulla".

Brunetta e la polemica con gli Usa "Mi piacerebbe che in Italia ci fosse lo stesso rigore nell'uso delle intercettazioni che c'é negli Stati Uniti. Ma non c'é. Negli Usa le intercettazioni si fanno per colpire la criminalità ma chi sgarra paga e paga carissimo. E negli Stati Uniti non c'é lo stesso malcostume che c'é in Italia di avere le intercettazioni o gli interrogatori della magistratura sui giornali il giorno dopo". Il ministro Renato Brunetta nella trasmissione radiofonica 'Brunetta della domenica' su Rtl, richiamando l'affermazione del sottosegretario americano alla giustizia Lanny Breuer secondo cui le intercettazioni sono essenziali per le indagini, ha affermato che direbbe a Breuer "benissimo, applichiamo le stesse regole americane o le stesse regole inglesi e il problema sarebbe risolto".
Sulle intercettazioni "quello che ha fatto il governo e si sta facendo in Parlamento è cercare di evitare la macelleria che i giornali hanno fatto e che certa parte della magistratura ha fatto, evidentemente, perché qualcuno deve aver collaborato con i giornali rispetto alla fuga delle notizie". Le intercettazioni, secondo Brunetta, sono "uno degli strumenti più importanti nelle indagini" e "quando ci sono due diritti potenzialmente in conflitto ci devono essere le leggi a stabilire i limiti fra uno e l'altro". Secondo Brunetta, "la magistratura o le forze di polizia, eccependo l'uso delle loro indagini contro la criminalità, non possono penetrare nella vita di tutti noi senza nessun controllo. La legge c'é già ma viene brutalmente disattesa. Le intercettazioni durano all'infinito, si pubblica tutto di tutti, anche quando non ci sono reati, si pubblicano a strascico fasci di intercettazioni, perché si intercetta gettando la rete e vedendo quello che può venir su e si pubblica tutto.

Questo - ha sottolineato - non è a favore delle indagini perché coprono le intercettazioni fondamentali, quelle contro la criminalità. Facciamo che non ci siano fughe di notizie, o interrogatori coperti dal segreto istruttorio fatti il giorno prima e che escono il giorno dopo sui giornali". 

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