Intercettazioni, lite tra Violante e Caselli

Calderoli: «Non vado in vacanza per lavorare alle modifiche del Csm»

Emanuela Fontana

da Roma

Il disegno di legge sulle intercettazioni in versione «unificata», tenendo conto dei pareri dell’opposizione, sarà pronto «a fine mese o ai primi di settembre», annuncia il ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi. Una scrittura lampo in un vespaio di polemiche, soprattutto dal fronte della magistratura e da una parte della sinistra contraria al «bipartisanismo» sul modello del pacchetto antiterrorismo.
Mentre si intravedono accenni di un accordo parzialmente trasversale per il disegno di legge che regolamenta le intercettazioni che Silvio Berlusconi ha proposto da Porto Rotondo, il dibattito si fa incandescente sul piano politico-giudiziario, e non secondo lo schema classico magistratura versus centrodestra. Se Romano Prodi apre al ddl di palazzo Chigi, c’è tutta una parte dell’Unione scettica sul «bavaglio» agli ascolti dei magistrati e va in scena addirittura una polemica inedita, tra il procuratore di Torino Giancarlo Caselli, uomo storicamente di sinistra, e il capogruppo dei Ds alla Camera Luciano Violante. L’ex capo della procura di Palermo ha messo in un’intervista destra e sinistra sullo stesso piano: «Si oppongono a indagini su di loro», per questo «c’è un filo comune» sul problema «della questione morale e sui rapporti tra politica e magistratura». Il commento di Violante è lapidario: «Credo che quello di Caselli sia un giudizio sbagliato». Rimane fermo «l’apprezzamento» per il lavoro del magistrato, «ma contesto - ha reagito con forza il capogruppo della Quercia - che si metta sullo stesso piano chi ha travolto l’ordinamento giudiziario e chi si è schierato a sua difesa». Un altro appunto a Caselli: anche i magistrati «laddove sono criticabili, vanno criticati».
Se stupisce il corto circuito di una delle più note affinità elettive del centrosinistra, meno imprevedibile è un altro scontro tra politica e magistratura. Si augurano buone vacanze, ma sono «happy holidays» al veleno quelle che si sono reciprocamente scambiati ieri via agenzie di stampa il ministro delle Riforme Roberto Calderoli e il vicepresidente del Csm Virginio Rognoni. Il ministro leghista aveva già chiarito che «il Csm non ha più senso di esistere. Ci vuole un organo al di sopra delle parti». E ieri Rognoni ha mantenuto la posizione con una risposta da gentleman: «Al ministro Calderoli auguro buone vacanze e un riposo tranquillo». Sullo stesso livello di ossequio, il ministro gli ha quindi ribattuto: «Ringrazio e ricambio cordialmente gli auguri di buone vacanze giunti dal vicepresidente del Csm Rognoni, anche se, in questo mese di agosto, non andrò in vacanza». Nessun relax proprio per iniziare a lavorare allo smantellamento del Csm concentrandosi sulla Costituzione.
Un restringimento ulteriore dei poteri della magistratura è l’obiettivo del centrodestra, secondo il segretario dei comunisti italiani, Oliviero Diliberto. Ma a sinistra ci sono tanti distinguo. Violante chiede: «C’è stata o no una violazione del segreto d’indagine nella fuga di notizie che sono state pubblicate dai giornali?».

Non bisogna mettere «nessun bavaglio» dinanzi a «trame incredibili», commenta invece il senatore della Margherita Roberto Zaccaria, un tempo presidente Rai del centrosinistra. Come Caselli ne era il magistrato più seguito.

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