Intercettazioni, sì a condanne per i giornalisti

Via libera dalla commissione Giustizia del Senato alle norme del ddl intercettazioni. Vengono inasprite le condanne per i giornalisti. Gli editori saranno invece puniti con il pagamento di una somma che potrà arrivare ai 464mila euro

Intercettazioni, sì a condanne per i giornalisti

Roma - La commissione Giustizia del Senato ha dato il via libera alle norme del ddl intercettazioni che inaspriscono le condanne per i giornalisti e puniscono gli editori con il pagamento di una somma che potrà arrivare ai 464mila euro.

L'emendamento del governo L’emendamento del governo che è passato in Commissione Giustizia prevede che per la pubblicazione degli atti, vietata per legge, il giornalista rischi l’arresto fino a due mesi e il pagamento di un’ammenda dai 2mila ai 10mila euro. Se invece ad essere pubblicate saranno le intercettazioni, la condanna sarà sempre l’arresto fino a due mesi, ma l’ammenda aumenterà: dai 4mila ai 20mila euro. In più, per il giornalista, si prevede la sospensione temporanea dalla professione. Stesse condanne sono previste per chi compie riprese e registrazioni fraudolente.

Per quanto riguarda queste ultime, approvate delle eccezioni: non verrà condannato chi compirà questo tipo di registrazione o ripresa per motivi legati alla sicurezza dello Stato; se si tratta di un giornalista professionista nell’esercizio del diritto di cronaca; se realizzate nell’ambito di una controversia giudiziaria o amministrativa. La Commissione Giustizia del Senato ha anche bocciato gli emendamenti soppressivi della norma che prevede il pagamento per gli editori di una somma che potrà arrivare ai 464mila euro. 

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