«Le intercettazioni sono regolari» E il Genoa perde il primo round
24 Luglio 2005 - 00:00La Disciplinare ammette i nastri e rigetta le istanze della difesa. Preziosi preoccupato: «Mi sento come uno finito sotto il tram mentre stava per partire per le vacanze»
Alessandro Ursic
da Milano
Una serie di no, in quattordici lunghissimi punti. Nellaula della Lega Calcio sono ormai le 20 quando il presidente della Commissione disciplinare, Claudio Franchini, dopo cinque ore di camera di consiglio, smonta la linea difensiva preparata dal collegio difensivo di Enrico Preziosi nel primo giorno di processo per la presunta combine di Genoa-Venezia. Le richieste preliminari della difesa, che aveva puntato tutto sulla inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche e sul possibile coinvolgimento del Torino per rinviare il procedimento, sono rigettate in toto. I nastri, ha deciso la Commissione, sono legittimi. Linchiesta dellUfficio Indagini è completa. «Non ci sono i presupposti per la sospensione del procedimento», conclude Franchini. Il dibattito per far luce sulla partita che diede ai rossoblù la promozione in A può iniziare davvero. E il Genoa ora rischia grosso.
«Mi sento come uno finito sotto il tram il giorno della partenza per le vacanze», aveva detto Preziosi poco prima della lettura dellordinanza. E in effetti per il presidente del Genoa è stato il giorno più lungo. Il processo, iniziato poco dopo le 9 del mattino, è stato spezzettato da due lunghe interruzioni dovute alle eccezioni presentate dalla difesa. La strategia degli avvocati di Preziosi e del Genoa, tracciata da due penalisti di lungo corso come Franco Coppi e Alfredo Biondi, è stata cercare di rimandare il procedimento, se non di annullarlo.
Dopo aver ottenuto lo stralcio della posizione del figlio di Preziosi jr, dovuto a un errore di comunicazione della notifica, i legali della difesa hanno chiesto alla Commissione quello che già avevano lasciato trapelare nei giorni scorsi: di aspettare il pronunciamento del Garante della Privacy sulla legittimità delle intercettazioni, di dichiarare non valide le registrazioni perché ottenute nel corso di un diverso procedimento penale (indagini su carte di credito clonate), e di coinvolgere nel processo il Torino con laccusa di aver predisposto un premio a vincere per il Venezia. Le intercettazioni, ha argomentato Biondi, dimostrerebbero che Preziosi si era semplicemente voluto sincerare della regolarità della partita.
Le eccezioni presentate dalla difesa hanno costretto la Commissione a riunirsi una seconda volta in camera di consiglio. Nellattesa della decisione, durata tutto il pomeriggio, Preziosi e i suoi avvocati ostentavano sicurezza come sempre finora. I cinque membri della Commissione hanno invece spiazzato un po tutti. E per la necessità di chiudere in fretta il procedimento, il dibattito è continuato fino a tarda sera. Ricomincerà stamattina, con lobiettivo di arrivare a una sentenza entro domani sera.
Per la difesa del Genoa la situazione è delicata. Ora sarà inevitabile addentrarsi nel merito delle accuse: le intercettazioni che vanno da prima a dopo la partita, le buste con i 250mila euro in contanti trovate dopo un incontro con Preziosi nellauto dellallora dirigente del Venezia Giuseppe Pagliara (che, dopo una capatina nei corridoi della Lega, ha disertato laula contestando il ritardo nellinvito a comparire), le incongruenze sul trasferimento di Ruben Maldonado. Per Enrico Preziosi è venuto il momento di giocare lasso nella manica. Sempre che ci sia.
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