Intercettazioni, tre anni per chi le pubblica

Si potranno fare le intercettazioni per i reati punibili con pene da dieci anni in su, ma anche corruzione e concussione. Fino a tre anni per chi le pubblica. Domani il ddl andrà domani in cdm. Veltroni polemico: "Non c'è stato refuso, ma una marcia indietro". Di Pietro: "Proposta oscena"

Intercettazioni, tre anni per chi le pubblica

Roma - Via libera alle intercettazioni per le indagini sui reati da 10 anni in su, ma saranno consentite anche per i reati contro la pubblica amministrazione. Questo, secondo quanto si apprende da fonti governative, è l’accordo di massima che sarebbe stato raggiunto oggi a Palazzo Grazioli tra il premier Silvio Berlusconi e i ministri della Lega sul disegno di legge sulle intercettazioni che andrà domani in Consiglio dei ministri.

Bossi soddisfatto dell'accordo Trovato l’accordo all’interno della maggioranza sulle intercettazioni? "Abbastanza". Il ministro delle Riforme Umberto Bossi preferisce non sbilanciarsi ma fa capire che la soluzione è ormai a portata di mano. Il senattur sottolinea che l'incontro con Berlusconi è andato bene: "Si è parlato un pò di tutto - spiega - anche di giornalisti e di magistrati". E a chi gli chiede se l’intesa trovata faccia rientrare i reati di corruzione e concussione tra quelli intercettabili, Bossi risponde: "C’è un tetto a dieci anni, rientra tutto".

Inclusi corruzione e concussione Saranno intercettabili solo i reati che hanno il massimo della pena edittale dai dieci anni in su, ma con una deroga per i reati contro la pubblica amministrazione come corruzione e concussione. La deroga riguarderà anche reati che hanno un tetto di pena più basso ma che vengono comunque considerati gravi come, per esempio, la pedofilia e le molestie telefoniche.

Fino a 3 anni per chi le pubblica Chiunque pubblica il testo di intercettazioni o documenti di un procedimento penale di cui sia vietata la pubblicazione rischia il carcere fino a tre anni. Sarebbe questa una delle norme inserite nel disegno di legge sulle intercettazioni, secondo quanto riferito dal deputato del Pdl Niccolò Ghedini rispondendo ai cronisti a Montecitorio. Da uno a tre anni di carcere scatterebbero anche per "chiunque prenda illecitamente cognizione di atti del procedimento penale coperti da segreto". Nel ddl si pensa infatti di modificare l’articolo 617 del codice penale, così come era stato riformato dal ddl Mastella. Si tratta di una norma che riguarderebbe anche i funzionari di cancelleria o chiunque prenda visione di questi atti e li renda noti. Il governo, tuttavia, starebbe ancora limando la norma e non è detto che non venga ulteriormente rivista.

Veltroni: "Niente refuso, marcia indeitro" Walter Veltroni non crede alla versione ufficiale del governo, cioè che si sia trattato di un refuso. Al contrario, per il segretario del Pd, si è trattato di una vera e propria "marcia indietro". Il riferimento è al provvedimento sulle intercettazioni e al "caso" creatosi ieri con la dicitura dl al posto di ddl.

Di Pietro: "Proposta oscena" "Scoperto con le mani nella marmellata il governo cerca di fare marcia indietro rispetto alla proposta oscena dei giorni scorsi". Lo ha detto il leader Idv, Antonio Di Pietro.

"Si lascino stare le intercettazioni - ha sottolineato l’ex ministro a margine di una manifestazione elettorale - e si prendano provvedimenti per combattere la criminalità e non coloro che fanno il proprio dovere combattendola".

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