da Roma
Giulio Tremonti, il sistema «Ragno» è uno strumento che può servire alla lotta contro l’evasione?
«La parola è un segno. E la parola “ragno” - spiega l’ex ministro dell’Economia e vicepresidente di Forza Italia - è un segno psicologico negativo, partendo da Freud a Jung. Leggo sull’enciclopedia che è un qualcosa in cui uno si sente “invischiato”».
Ironizza su Visco?
«Questo lo dice lei. Io ho citato l’enciclopedia».
Contesta lo strumento della famiglia fiscale da un punto di vista tecnico o politico?
«È triste perché questo governo quando parla di famiglia, non ne parla in positivo ma solo in negativo. Non parla di quoziente familiare, ma di fiscal family, la famiglia messa nel mirino con tecnica di polizia. La tassazione è individuale, ma il redditometro del governo si estende su scala familiare. Questa è una contraddizione. Per il governo la famiglia non è un’entità sociale unitaria per il calcolo dell’imposta, ma diventa una riserva di caccia per lo spionaggio».
Qual è l’alternativa?
«L’ordine dei fattori dovrebbe essere invertito. Non si nega la logica dei controlli, ma si rifiuta la logica di polizia. Non è accettabile che la famiglia emerga politicamente solo per introdurvi un nuovo parente, il Grande fratello. Come se la famiglia fosse un ricettacolo di evasori».
Il fatto che si indaghino le relazioni è necessariamente la negazione di un impostazione pro-famiglia?
«È un altro caso in cui si vede la distanza della politica dalla società. Non si capisce che in Italia la famiglia svolge un ruolo sociale essenziale di supplenza dello Stato perché sostituisce di fatto quegli ammortizzatori sociali che non ci sono di diritto».
Da un punto di vista tecnico quali altri strumenti possono risultare utili alla lotta contro l’evasione?
«La lotta all’evasione non si fa con strumenti di racket fiscale, come quelli che vengono fuori dalle mappe della Geopol. Si fa imboccando l’unica strada percorsa da sempre e in tutto il mondo che è quella di ridurre le aliquote. Se continui a chiedere il doppio, la gente continua a dichiarare la metà. E poi la lotta all’evasione si fa con la buona amministrazione, ad esempio riformando la riscossione come ha fatto il governo Berlusconi. Prima il fisco chiedeva 100 ma alla fine si accontentava di tre. Se è il fisco che non prende sul serio la sua pretesa, figurarsi il contribuente».
Il governo dice che è bastata la faccia di Visco per far aumentare le entrate...
«Il periodo 96-2000 ha segnato il record dell’evasione fiscale. Il primo governo Prodi ha dischiuso l’età d’oro dell’evasione fiscale. Nel 2000, con un governo fatto da gente seria e credibile - seria e credibile solo per autodichiarazione - c’erano in Italia poco più di mille persone che dichiaravano più di un miliardo di lire. Solo in 14 mila dichiaravano 600 milioni ante tasse. Però nel 2000 le auto di lusso comprate in Italia sono state più di 250mila. E questa è stata chiamata lotta all’evasione fiscale».
E dice anche che la sua politica di fronte a questa situazione è stata quella dei condoni...
«Che hanno dato un gettito record. Non c’è un condono record a valle se prima non c’è stata a monte un’evasione record. In ogni caso, come ha scritto con molta chiarezza la Corte dei conti nella sua relazione, sono stati proprio i condoni insieme alla congiuntura economica positiva ad avere fatto lievitare le entrate. Se hai dichiarato cento con il condono, poi non puoi scendere e tornare a 50. Sei costretto a salire. In ogni caso i condoni sono serviti per tenere l’Italia sotto il tre per cento europeo prima dello sfondamento di Germania e Francia. E, soprattutto, sono serviti negli anni di crisi economica per pagare le medicine, le pensioni e gli stipendi. In ogni caso sono ancora in attesa di sentire cosa avrebbe potuto essere fatto di diverso nell’interesse dell’Italia. Adesso che l’economia va bene, non hanno saputo fare altro che aumentare le tasse e quindi di riflesso anche l’evasione».
Il presidente di Confindustria Luca di Montezemolo ha detto che è uno scandalo che ci sia solo lo 0,8 per cento degli italiani sopra i 100mila euro.
«Vediamo se adesso salgono davvero. Vediamo se c’è stato l’effetto annuncio. Finora le entrate 2006 sono andate bene, come ha scritto la Corte dei conti, per effetto di dati reali - l’economia che va bene e la buona amministrazione degli anni scorsi -, non per effetto di dati solo annunciati. Per inciso l’autoliquidazione dell’autunno 2006 è stata fatta per legge sulla base dei dati 2005 e dunque senza effetto annuncio. L’effetto annuncio, se c’è stato, lo vedremo con le dichiarazioni 2007.
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