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La lettera del Sap al Colle. "Quegli applausi travisati, noi siamo brava gente"

Il segretario del Sap scrive a Napolitano, che ha definito "indegna" la vicenda degli applausi agli agenti condannati per la morte di Aldrovandi

La lettera del Sap al Colle. "Quegli applausi travisati, noi siamo brava gente"

Pubblichiamo gli stralci più importanti della lettera aperta che il segretario generale Sap Gianni Tonelli ha scritto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha definito «indegna» la vicenda degli applausi, al congresso del sindacato, agli agenti condannati per la morte durante l'arresto, nel 2005, del diciottenne Federico Aldrovandi. Il leader Sap si scusa, ma sostiene che l'applauso incriminato è stato travisato

Signor Presidente, La prego di concedermi la possibilità di chiarire quanto accaduto e di illustrare il vero significato delle nostre azioni, artatamente travisate. L'applauso dell'assemblea del Sap non è in alcun modo riconducibile alla tragica morte del giovane Federico Aldrovandi e al dolore della famiglia verso la quale nutriamo sinceri sentimenti di deferente rispetto. Il vero oggetto del gesto citato è stata la presentazione del progetto di realizzazione della campagna «verità e giustizia», che, come candidato a segretario generale, ho avuto il compito di illustrare, e che si sostanzia in una serie di attività finalizzate a promuovere la presentazione di alcuni progetti di legge, a consentire la distribuzione agli iscritti di videocamere in grado di fornire loro una garanzia di verità. Solo ed unicamente al termine di questa presentazione si è sviluppato spontaneamente «l'applauso incriminato», al quale mi sono associato e con cui i delegati esprimevano compiacimento per un progetto concreto in grado di dare soddisfazione alle agognate aspirazioni dei nostri colleghi. Un applauso sentito, partecipato ma ben lungi dal persistere per cinque minuti (in verità 38 secondi). Nel contesto appena descritto, un'attenzione è stata dedicata alle vicende relative ai notori ultimi disordini di Roma, a quelle dell'anno scorso di Bologna, all'«ombrellata incriminata» al sindaco di Terni, alla vicenda dei Nocs e del generale Dozier e al caso Aldrovandi. Ai colleghi coinvolti in quest'ultima vicenda, presenti al Congresso, è andata una parte degli applausi, non certamente quali eroi, come qualcuno strumentalmente ha tentato di veicolare, ma nella loro qualità di poliziotti che a causa del servizio prestato alla collettività si sono trovati a patire infinite tribolazioni. Alcuni hanno scritto contro di noi falsando i tempi dell'applauso, tanti hanno pubblicato foto dell'applauso «taroccate». La menzogna, però, che più ci ha feriti, è stata posta in essere dalla tv di Stato, la quale ha mandato in onda falsi filmati con oggetto il ben noto applauso mentre le immagini erano state catturate nel corso del convegno pubblico mattutino alla presenza del capo della Polizia e di numerose autorità istituzionali e politiche. In conclusione mi sia solamente consentito di rilevare che il nostro amato Paese è proprio un soggetto «strano». Un applauso, frutto delle migliori intenzioni di alcuni poliziotti, viene sanzionato con una «raffica distruttrice di bordate infamanti» mentre per contro portiamo in Parlamento i terroristi condannati per aver cagionato la morte di poliziotti, riabilitiamo mafiosi e delinquenti. Signor presidente, comunque sia, se ho offeso i valori fondanti della nostra Comunità faccio pubblicamente ammenda e pongo le mie scuse.

I poliziotti del Sap sono brava gente e, mi creda, lo sono anche io.
*segretario generale del Sap

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