Rubrica Cucù

Mostri in mostra

Una proposta rivoluzionaria per l'Expo di Milano: esponiamo al mondo non le opere ma i promotori

Visto che il tempo stringe e i soldi non ci sono, ho una proposta rivoluzionaria per l'Expo di Milano: esponiamo al mondo non le opere ma i promotori. Non una gogna mediatica universale ma, come dice il corrente fanciullo fiorentino, i protagonisti ci mettono la faccia.

Nella sezione paleolitica esporrei per primo 'o Presidente, guarnito di corazzieri e degli utensili primitivi che adoperava quando Napoli si chiamava ancora Partenope: la falce, il martello e i carri armati trainati dai buoi.

Esporrei poi nel padiglione bimbi il putto Matteo che corre all'impazzata e semina promesse lungo la via, come Pollicino. A fianco le tre Grazie, la Vergine delle Riforme, la Madonna con bambino e la Protettrice dei migranti, in Camera caritatis. Allestirei un presepe vivente coi personaggi che hanno fin qui condotto l'Expo, dall'angelo Formigoni al bue ciellino e all'asinello leghista, ai pastori con greggi e greganti che trafficano in capanne, culle e mangiatoie. Lupi in lontananza. Promuoverei Pisapia da Stella rossa a Stella cometa. Poi includerei i Re Magi della Procura di Milano che indagano e litigano tra loro. E in un Cantone, il Bambino. Esporrei in un tendone da circo Erode che ora si fa chiamare Beppe, ha un diavolo per capello e vuol sterminare i corrotti sin dalla culla. Con lui la setta satanica di Grillology. Dedicherei uno stand a Dudù che parla da ventriloquo con la voce del padrone, a cui è proibito esporsi.

Verrebbero da tutto il mondo a vedere un Expo così originale, che non ha uguali nel mondo.

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