Ieri abbiamo scritto senza alcuna remora quanto ci era piaciuto Renzi formato esportazione, capace di alzare la voce contro la Germania della Merkel.
Oggi, con altrettanta sincerità, esprimiamo tutta la nostra delusione per il Renzi formato domestico. Ci risiamo con le tasse. È bastata una sua firmetta per aumentare fino a venti centesimi il prezzo del pacchetto di sigarette. Lo ha fatto nel giorno dell'incontro tra lui e Berlusconi e forse non a caso. Notizia grossa scaccia notizia piccola dai titoli dei telegiornali e dalle prime pagine dei giornali. Il fatto è che per gli italiani la notizia non è se tiene l'asse Pd-Forza Italia sulla riforma del Senato (con la quale non si mangia) ma è che ancora una volta devono mettere mano al portafoglio.
Qualcuno può obiettare: tante storie per poche decine di centesimi, per di più a carico dei fumatori, vil razza dannata. Anzi: ben gli sta, così magari la smettono di appestare l'aria. Già, ma questo balzello segue quello sui bolli - dei passaporti e dei depositi azionari -, quello del doppio canone Rai per artigiani, commercianti e partite Iva, quello delle accise sulla benzina; senza parlare del taglio delle detrazioni, dell'aumento della trattenuta sui fondi pensioni e del raddoppio della tassa sulla casa.
Sbandierare, come fanno Renzi e i suoi, ogni minuto l'aumento di 80 euro in busta paga per 10 milioni di italiani (target elettore Pd) sta diventando stucchevole. Una foglia di fico che ormai non copre più nulla. Uno di quei fortunati destinatari della mancia renziana che fosse padrone di casa, che avesse due lire investite in Borsa, che fosse automobilista e fumatore, altro che gioire. A quest'ora ha già restituito al suo amato premier gli ottanta euro con tanto di interessi che rasentano lo strozzinaggio.
Così come sono al palo i milioni di imprenditori che avevano creduto alla promessa di un rapido pagamento dei crediti con lo Stato e gli enti pubblici (in tutto 90 miliardi).
Morale? Confermiamo: forza Renzi in Europa. Ma ribadiamo: Forza Italia in Italia, senza se e senza ma, perché liberali si nasce, ahimè non si diventa.
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