Un'ovazione: «Matteo, Matteo!». Applausi a scroscio. Un turbine di abbracci. E poi decine di persone con il fazzoletto al naso quando Matteo Renzi chiude il suo discorso da sconfitto con le parole: «Ho ricevuto molto più di quello che ho dato». Non ci sono solo trentenni alla Fortezza Da Basso. C'è Massimo Bonetti, quasi sessant'anni, che segue «Matteo dal 2008» e dice che «lui è l'unica speranza» e che ora bisogna rimanere nel partito e «contare sempre di più», ma che moltissimi di quel 40% di elettori che volevano Renzi premier «non andranno più a votare». C'è Elvis, quasi coetaneo, con un vestito da cerimonia per l'occasione: «Io non voterò Bersani. Un partito che si chiama democratico non può impedire di votare a migliaia di persone». C'è la donna non più giovanissima che bisbiglia: «È un'occasione persa per l'Italia».
I suoi gli dedicano una carrellata di immagini del suo tour per il Paese sulle note de La Strada dei Modena City Ramblers, e così ha inizio la serata di sentimenti e di trionfo dello sconfitto vincitore. Renzi, il sindaco ragazzo che ha appena perso ma che ha davvero rottamato per metà un partito, non si sente soddisfatto. Lui davvero puntava in alto, voleva di più e lo ammette alla Fortezza: «Noi volevamo prendere in mano il governo del Paese, non portare una testimonianza». Chiede scusa, si attribuisce le colpe: «Non sono riuscito a scrollarmi di dosso l'immagine del ragazzetto ambizioso, non siamo riusciti a vivere con serenità le accuse personali che ci sono state rivolte, fino all'accusa di avere violato le regole che più mi fa male. Ai miei figli dico che usciamo da questa battaglia con la lealtà con cui l'abbiamo iniziata». Racconta di aver «appena chiamato Bersani per fargli i miei complimenti e tutti insieme facciamogli l'imbocca al lupo». La sua è «una vittoria netta che niente può mettere in discussione». Ma poi chiude con un invito ai suoi sostenitori, ai collaboratori, ai volontari, perché continuino con «coraggio e tenacia»: devono «andare a lavorare con il sorriso domani», perché «questa esperienza» del portare idee nuove un'idea diversa di sinistra, vi ha cambiati». È umiltà e allo stesso tempo ambizione: Matteo Renzi non si accontenta e non si accontenterà. E siccome è un Renzi un po' diverso, più serioso e malinconico del solito anche se ispiratissimo, alla fine chiude con una zampata che finalmente seda per un attimo i raffreddori di commozione. Cita una frase di Bersani, «ma non Pier Luigi, Samuele»: «È sempre bellissima la cicatrice che mi ricorda di essere stato felice»; poi si lascia andare a una battuta: «Ho fatto qualcosa di sinistra, ho perso». Sul futuro non accenna nulla, ma chi lo conosce bene è certo che rimarrà a Firenze fino alla fine del mandato, il 2014. «Intanto ha vinto Bersani, poi si vedrà», dice un collaboratore strettissimo. «È Bersani che ha bisogno di noi», aveva confidato qualche giorno fa Renzi in una conversazione amichevole. «La strada», come il titolo della serata più amara, potrebbe essere solo all'inizio. Il sindaco, tra l'altro, ha qualcosa da farsi perdonare ai fiorentini trascurati per la campagna delle primarie in camper.
La Firenze che sta con lui, ben oltre la metà della città, ci ha creduto fino all'ultimo. Dal comitato renziano di palazzo Ruspoli, al seggio di piazza dei Ciompi vigilato dall'assessore alle Pari Opportunità Cristina Giachi. Il partito-apparato ha mantenuto salde le sue regole ossidate. Al seggio di piazza dei Ciompi decine di persone si sono prenotate esibendo il certificato medico, mostrando ematomi e fasciature. Non avevano ricevuto nei giorni scorsi nemmeno una mail di risposta dal partito. A via del Giglio un elettore ha sfoderato un certificato che attestava un problema di meteorismo grave il 25 novembre. Ha dato di matto ed è stata chiamata la polizia.
La percentuale di voti raccolta dal sindaco Matteo Renzi nella sua Firenze al ballottaggio di ieri
La Regione in
Il numero delle città toccate dal tour elettorale di Matteo Renzi. I chilometri percorsi dal suo camper sono 19.606
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.