RomaPrima colazione per modo di dire. Sarà la fissa per la linea, sarà la lotta contro il tempo, sarà che al baretto scrocchi il giornale, ma il risveglio degli italiani è sempre più all'insegna del digiuno. O tutt'al più del caffettino con un paio di insipidi frollini, ma senza burro. Con questo andazzo (in netta controtendenza col resto del mondo) è naturale che il rito della prima colazione perda appeal. Al punto che negli ultimi 10 anni (indagine Doxa «Io Comincio Bene» commissionata dall'Associazione Aidepi) è raddoppiato il numero degli italiani che saltano il primo pasto della giornata. Sono sette milioni, il 14 per cento della popolazione, tanti. Motivazioni? Stomaco chiuso (50%), si preferisce mangiare più tardi (47%), non si ha tempo (34%), si preferisce fare un pranzo più abbondante (37%). La realtà è che c'è ancora troppa gente che pensa di risparmiare un 2-300 calorie al mattino (in effetti 10-12 biscotti equivalgono a 100 grammi di pasta) senza considerare che così facendo si arriva pericolosamente famelici all'ora di pranzo. E ci si strafoga di brutto.
Naturalmente dieta fa rima con salute. Aidepi fa sapere, infatti, che quasi la metà degli italiani (44%) si dichiara interessata a quei prodotti «salutari» che riducono grassi e zuccheri. Tutto ok sulla carta, se non fosse che la percentuale del risparmio calorico è assai trascurabile. Per questo motivo è anche aumentato il numero di chi mangia frutta: si è saliti dal 3,5% del 2004 all'8% del 2013. Ma è una colazione italiana che continua a differenziarsi per genere e collocazione geografica. Andando verso Sud aumenta l'abitudine sociale a starsene da soli, a variare poco, a consumare al bar o a saltarla del tutto. Ma se si sale (Trentino-Alto Adige e Veneto sono un mondo a parte) ci si siede a tavola senza fretta e si consumano pane, salumi e formaggi, altro mondo. Ma il dato che più colpisce è il divario tra uomo e donna. Due mondi separati di intendere (e di amare) la prima colazione. Innanzitutto si conferma un dato essenziale: il 91 per cento delle donne si siede a tavola e mangia, altro che saltare la colazione. La guerra dei sessi la vincono loro. Non solo. Le donne hanno maggiore predisposizione a cambiare il menu, soprattutto al cambio di stagione (33%, rispetto al 19% degli uomini). Menu femminile che comprende biscotti, yogurt, cereali/muesli, tanto latte e poco caffè. I maschi preferiscono, invece, brioche, cornetto confezionato, fette biscottate con marmellata, nutella, tanto caffè, poco latte e succhi di frutta.
«La prima colazione è un pasto importantissimo - avverte il nutrizionista Andrea Ghiselli -, il più importante della giornata perché determina il ritmo fame-sazietà dei pasti successivi: saltare la prima colazione fa male. Dovrebbe fornire 300-400 calorie, attorno al 20% del fabbisogno giornaliero». Dopo il digiuno notturno, questo pasto ci permette di fare il pieno di carboidrati complessi e semplici, in grado di regalarci l'energia di cui abbiamo bisogno. Ma non solo. Anche proteine e grassi indispensabili, per la loro capacità di influenzare e prolungare il senso di sazietà. Ma, come sempre, è una questione di equilibrio e di porzioni. Non esiste infatti un menù del mattino ideale, che vada bene per tutti.
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