Roma - Due anni. Per far crollare Grillo, per riavvicinarsi al Paese. Il partito della legislatura ad interim si sta allargando ogni giorno di più, e aggrega molti esponenti del centrodestra e isolate ma influentissime voci del centrosinistra. Gli interessi in gioco sono diversi, ma il tempo dei due anni potrebbe essere il compromesso per portare a casa provvedimenti fondamentali per il Paese e allo stesso tempo per riconquistarlo, un Paese suggestionabile tanto più cresce la difficoltà economica. Il neogovernatore della Lombardia Roberto Maroni l'ha indicata con precisione questa scadenza: «Grillo non è la soluzione ai problemi, se rimarrà bloccato due anni in Parlamento questo sarà dimostrato e gran parte dei consensi saranno riconquistati», ha valutato ieri a Che tempo che fa su Raitre. I consensi in questione sono quelli persi dal Carroccio a favore del Movimento cinque stelle. Durante questa legislatura breve, la Lega sarà «all'opposizione». L'ex ministro annuncia che verrà presto convocato un congresso del partito «per la nomina di un nuovo segretario federale», al suo posto.
Una legislatura di larghe intese ma che duri il tempo necessario a varare riforme importanti è condivisa dal Pdl. Gaetano Quagliariello commentava recentemente che si può lavorare su tre livelli, «il primo dei quali comprenderebbe l'attuazione di quei punti che voterebbe anche Grillo, per riscrivere il capitolo dei costi della democrazia». Contestualmente si potrebbero trovare «compromessi» su temi economici ed etici. Tutto questo implicherebbe naturalmente «un patto» con il Pd.
Da sinistra, chi trarrebbe grande giovamento da un governo a tempo, ma senza guidarlo, è Matteo Renzi. Il sindaco di Firenze non dà l'impressione di volersi candidare come traghettatore. Si brucerebbe al fuoco della crisi in attesa delle prossime elezioni. Il traghettatore correrebbe praticamente gli stessi rischi subiti da Mario Monti fino all'altro giorno.
Renzi continua però a proporre «una discussione vera su ciò che serve al Paese», e nell'ottica di una sfida a Grillo «senza rincorrerlo», dava ieri consigli utilissimi per ingabbiare il nemico a Cinque Stelle: «Se i partiti rinunciassero al finanziamento pubblico, che vale 45 milioni di euro per il Pd e 43 milioni per Grillo, e mettessero questi soldi in un fondo per l'edilizia pubblica e le case popolari per le dieci principali città italiane, credo che daremmo una risposta a migliaia di famiglie che in questo momento sono fuori». Bisogna «recuperare un rapporto con il Paese».
Sempre dal centrosinistra, parla di «un governo a tempo limitato Goffredo Bettini, l'ex braccio destro di Walter Veltroni: «Non c'è lo spazio per un governissimo o per alleanze politiche durature, ma per un governo a tempo limitato». Ed è «del tutto evidente» che «nessuno dei protagonisti della battaglia elettorale appena conclusa» lo può guidare, nemmeno Bersani. Matteo Renzi è «tra i leader democratici la risorsa più preziosa per il futuro».
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