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Patto segreto per battere Cav e Pdl

Il partito ha perso elezioni per una manciata di voti. Per eliminarlo e aiutare la sinistra va messo fuori gioco il leader

Patto segreto per battere Cav e Pdl

La legge è uguale per tutti. Basta essere raccomandati. Non è un aforisma, ma una banalità, un'ovvietà. Se è vero che l'umanità è una schifezza, poiché i giudici appartengono alla razza umana, probabilmente sono anche loro un po' schifosetti, più o meno come noi.

Sabato, un prefestivo consacrato al riposo dai fautori della settimana corta, di più larghe vedute del Padreterno descritto nella Genesi che si accontentò di dedicare all'ozio solo la domenica, sabato, dicevo, il palazzo di giustizia di Milano era deserto come il cimitero monumentale di Milano a Ferragosto. Per essere aperto era aperto, ma non c'era anima viva. Decine di corridoi spopolati. Luci accese che illuminavano il vuoto. Solo da una stanza giungevano delle voci. Erano gli stacanovisti di uno dei tanti processi a carico di Silvio Berlusconi: toghe indefesse e decise a sfiancarsi pur di arrivare presto a sentenza, in modo che la si smetta di dire che la giustizia è lenta. Il Cavaliere è affetto da uveite, una malattia degli occhi, un'infezione di cui ignoravo l'esistenza; è ricoverato all'ospedale San Raffaele. Il primario ha redatto un certificato, poi inviato al tribunale per giustificare l'assenza dell'augusto infermo, impossibilitato a presentarsi all'udienza.

Da qui è prevalsa la diffidenza: vuoi vedere che l'uveite non è così grave da impedire al malato di venire in aula? L'apparato giudiziario ordina ai propri periti, medici anche loro (suppongo retribuiti), di sottoporre a visita fiscale il vecchio leader politico sospettato di essere un provetto ballista. Detto fatto. I periti riscontrano che la malattia è reale, ma aggiungono che il degente, non essendo in punto di morte, può trasferirsi in tribunale.

Due pareri medici contrastanti. Indovinello per i lettori: quale è stato giudicato buono? Guarda caso, quello dei periti. I clinici del San Raffaele quindi sono fessi? A questa domanda non sappiamo rispondere, noi poveri e umili cronisti che non siamo neanche infermieri. Personalmente, dico soltanto che se avessi un problema agli occhi, all'intestino o alla prostata, col cacchio che mi rivolgerei a un perito nominato da un Pm: correrei al San Raffaele o in altro ospedale. E voi, come vi comportereste? Poniamo il caso che un magistrato, domani mattina, si svegliasse con un attacco di uveite, chi chiamerebbe al proprio capezzale? Un medico legale o un oculista della madonna?

Tutto questo discorso porta a chiedersi: per quale motivo dalla giustizia, che è una lumaca, stavolta ha tanta fretta di condannare Berlusconi? Per togliere alcuni faldoni ingombranti i uffici giudiziari stracolmi di scartoffie? Forse sì. O forse c'è dell'altro. Non abbiamo gli strumenti per accertarlo. Possiamo soltanto azzardare delle ipotesi dopo aver analizzato il quadro politico, visto che il Cavaliere risulta essere ancora il patron di un partito, il Pdl, che alle ultime elezioni è giunto secondo dietro il Pd solo per una manciatella di voti, grazie ai quali Pier Luigi Bersani ha guadagnato il lauto premio di maggioranza: decine e decine di seggi.

Che vuol dire? Pdl e Pd sono forze equivalenti. Qualora si tornasse alle urne, l'esito della consultazione sarebbe incerto: e non sarebbe stupefacente se la spuntasse Berlusconi. Ciò significa che se la sinistra non vince, o vince per un pelo, non è a causa di Beppe Grillo, bensì proprio di Berlusconi. Il quale, dato che non si è mai riusciti a batterlo con i voti, come l'esperienza insegna, va abbattuto in altro modo. Fisicamente? Magari, pensano gli avversari. Ma chi lo cancella dalla faccia della terra? Le Br sono in disarmo. I killer professionali di una volta non ci sono più; adesso si pentono, parlano che sembrano tutti dei Buscetta qualunque. Non è prudente.

Considerato che l'ex premier è alle prese da un ventennio con grane giudiziarie finora sgonfiatesi come bolle di sapone, meriterebbe sfruttare meglio questa opportunità applicando ai processi contro di lui non solo maggior rigore, ma anche maggior celerità. Per fare ciò occorre sollecitare la collaborazione dei giudici? Non è necessario. Inoltre essi non si presterebbero mai a una simile operazione. Scherziamo? Sono super partes, mica pisquani al servizio della politica. Si tratta semplicemente di creare un clima di ostilità verso il Grande Imputato (c'è chi gradisce chiamarlo Grande Corruttore, de gustibus) e di far sentire il fiato della società sul collo dei signori in toga, che sarebbero pertanto legittimati a procedere velocemente nei confronti di un uomo vissuto da una moltitudine quale pericolo pubblico numero uno. È quello che sta avvenendo, credo. Infatti il Cavaliere mai quanto nell'ultimo periodo è assediato da procedimenti in fase conclusiva. Quando c'è la volontà, anche i tribunali si trasformano da lumache in saette: figuriamoci se li può fermare un'uveite. L'urgenza è urgenza.

L'imperativo categorico è di rimuovere l'ostacolo Berlusconi nel giro di poche settimane, allo scopo di decapitare il Pdl (che senza di lui è una comitiva di pellegrini), renderlo privo di forza contrattuale nel momento in cui si eleggono i presidenti delle Camere e della Repubblica e si forma uno straccetto di governo o, eventualmente, ci si predispone a nuove elezioni anticipate. Semplice, no? Riaprire le urne col Popolo della libertà guidato da un condottiero appesantito da condanne o, addirittura, sotto schiaffo della giustizia, sarebbe una festa per i progressisti, una marcia trionfale verso il potere pressoché assoluto.

Una situazione come quella descritta è il sogno della sinistra italiana. Al fine di realizzarlo è sufficiente creare quel clima al quale ho accennato sopra e che mi pare sia maturo o in procinto di maturare. Per eliminare il berlusconismo dominante da vent'anni è obbligatorio eliminare Berlusconi; altre soluzioni non esistono. Lo si è sperimentato in passato. D'altronde, la magistratura vive in questo mondo e ne è fatalmente influenzata: anch'essa, quanto la sinistra, si è convinta che il Cavaliere sia un nemico delle toghe (rosse o no che siano), ed egli non si è impegnato assai per dimostrare il contrario.
Il piano in corso di attuazione è ben congegnato, ma non nuovo: fece già una vittima illustre in passato, Bettino Craxi. Silvio è un osso duro, tuttavia. E se non soccombesse? Non resta che attendere.

Intanto, non c'è da stare allegri.

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