Quella giustizia che incarcera senza una colpa

Sono in viaggio sul Nilo, per vedere le antiche città di Luxor, Assuan, Abu Simbel. Si entra subito in confidenza con Amon, Mut e Khonsu, divinità con le quali dialogano i faraoni, anch'essi vicini, vivi, imminenti, come hanno voluto cercando di contrastare la morte: Ramess II, Ramess III, Amenhotep con i loro templi e le loro tombe ancora dipinte di fresco. Eppure, rari i turisti e desolazione diffusa in quelli che furono luoghi popolatissimi di visitatori e viaggiatori. Nessuno nella già frequentatissima Valle delle Regine, scoperta e rianimata dall'archeologo italiano Ernesto Schiapparelli. Qui era la più bella e la più ricca delle tombe, quella di Nefertari. Una congiura di archeologi ne ha sancito da alcuni anni la chiusura, irrazionalmente. Sarebbe stato sufficiente contingentarne l'accesso.

E l'Egitto, grazie proprio alla sua civiltà antica, aveva tenuto alta la testa tra i paesi arabi. Il terrorismo, con i suoi fiancheggiatori istituzionali, tenta di ricacciarlo in una penombra e in una marginalità che contrastano la luce della natura e dell'intelligenza che lo hanno caratterizzato. Ci sono insensatezze e pregiudizi. E non sono soltanto di carattere politico.
L'altro giorno, partendo dal Cairo per Luxor, con bagagli leggeri, Sabrina che m'accompagnava, è stata fermata per controllare un oggetto misterioso nella sua borsa. Dopo lunga ricerca, in una busta interna, la solerte addetta ha trovato un paio di forbicine da unghie, un utensile minuscolo, innocuo. Una idiota convenzione locale, o internazionale, lo ritiene pericoloso. E così l'oggetto è stato sequestrato e buttato nel più vicino cestino. E in un lampo d'ira ho pensato l'inimmaginabile. Un segnale.
Poco dopo un amico, e un altro, e un altro ancora, innamorati del loro Egitto antico e moderno, mi hanno descritto la situazione politica con l'avvento dei Fratelli Musulmani. Il terrorismo che li ha annunciati e la vittoria alle elezioni hanno ristretto l'afflusso turistico da 15 milioni a 800mila visitatori, e questo spiega i siti disertati che ho visitati. Ma più di tutte eloquente, il giorno del lavoro, il Primo maggio, celebrato con un discorso (ripreso dalla televisione) del Presidente Morsi, è stata l'esclamazione davanti al video del comandante, pressoché disoccupato, di una delle tante navi da crociera ferme ad Assuan: «Monckey, monkey», come un libero sfogo, in presenza di uno straniero, all'indirizzo di Morsi. Si attendono tempi migliori. E non solo per l'Egitto.

***
Dall'Italia mi arriva un messaggio di Giovanni Bosio, già sindaco di Bordighera: il ricorso per revocare la sentenza del Consiglio di Stato che aveva ritenuto ingiustificato lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose, è stato rigettato.
Arriva a conclusione una vicenda durata più di due anni che ha visto inutili spese dello Stato per una insensata azione dell'attuale presidente della Regione Lombardia, l'allora ministro dell'Interno Roberto Maroni, il quale, per mostrare il proprio rigore contro la mafia, aveva contraddetto la relazione dell'ex prefetto di Imperia Francesco Di Menna che riteneva ingiustificato lo scioglimento.

Una brutta storia. Tre commissari pagati 10mila euro al mese ciascuno, una città umiliata, la democrazia sospesa. Tutto per la vanità di un ministro incapace. Nessun rispetto della verità, indagini finalizzate a un teorema, persone arrestate senza nessuna concretezza di reato. Io l'ho detto all'inaugurazione di Villa Margherita, un museo aperto in virtù della buona amministrazione. Se n'è doluta, con dichiarazioni offensive, il prefetto di Imperia. Non ho ricevuto le sue scuse.
Ora il Consiglio di Stato mi dà ragione, e io porterò in tribunale il prefetto perché ci spieghi quale Stato intenda rappresentare. E se non sia peggio la finta antimafia dei Maroni (e delle Cancellieri, per compiacere la vetrina di Saviano), della mafia attribuita ai nemici politici per screditarli, umiliando i cittadini e mortificando luoghi d'Italia che andrebbero esaltati.

Innalzare l'Italia che funziona e mostrarla al mondo (come meritava Bordighera) è l'unica arma per battere la mafia.

Non gli scioglimenti dei comuni per capricci di teste ottuse.
E cercherò di portare in tribunale anche Maroni. Per danno allo Stato e anche al suo erario. Il libero convincimento di un politico non può coincidere con l'idiozia manifesta.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica