Cronache

Il nobile rattoppo del principe Carlo

Il principe Carlo è stato beccato con la toppa sulla giacca. Ma un rattoppo non costituisce motivo di rimprovero, semmai è un tocco di raffinatezza

Il nobile rattoppo del principe Carlo

Ho pescato nel mare magnum di internet una notizia fresca fresca che immagino abbia incuriosito molti lettori: «Il principe Carlo con la toppa sulla giacca». Sembra un rimprovero o almeno una critica. Difatti, dopo avere compulsato il testo del pezzo, mi rendo conto che l'autrice, Simona Marchetti del Corriere della Sera, dà l'impressione di scandalizzarsi nel constatare una certa trasandatezza nell'abbigliamento dell'erede al trono. Il futuro re d'Inghilterra si sarebbe presentato, accanto alla consorte Camilla, sul set di Doctor Who (serie cult di fantascienza, in onda dal 1963) sfoggiando un rammendo sotto la tasca sinistra del proprio doppiopetto. Il che non sarebbe degno di un aristocratico signore giudicato, peraltro, tra i più eleganti del mondo.
Con tutto il rispetto dovuto alla giornalista, della quale apprezzo la prosa misurata, mi corre l'obbligo di redarguirla. Una toppa o un rattoppo (purché eseguito a regola d'arte) non costituisce motivo di rimprovero per chi lo esibisca, né inficia la bontà del suo stile, semmai è un tocco di raffinatezza concesso a tutti, specialmente a chi è talmente innamorato dei propri indumenti da non volersene privare nemmeno qualora necessitino di aggiustamenti. Il primogenito di Sua Maestà può risultare simpatico o antipatico, come tutte le persone, ma non gli si può negare di avere una gran classe nel vestirsi e nel porgersi. E direi che la toppa incautamente disapprovata dalla gentile Simona Marchetti ne è l'ennesima prova inconfutabile. Gli abiti di un gentiluomo, tagliati e indossati con buon gusto, hanno un valore incommensurabile, come la sua pelle: vanno curati, conservati, rammendati, mai e poi mai scartati. Le rughe, i capelli bianchi e le discromie senili che punteggiano la pelle non si nascondono: si ostentano quali medaglie guadagnate sul campo della vita. Figuriamoci un doppiopetto glorioso: eliminarlo per uno strappo opportunamente ricucito sarebbe un delitto contro sua altezza il guardaroba. Il principe Carlo, sotto questo profilo, è impeccabile. Famosi sono i suoi maglioni sdruciti ai polsi, le sue vecchie scarpe tirate a lucido, le sue cravatte d'antiquariato annodate con maestria e abbinate a pochette di altri colori, infilate distrattamente nel taschino. Non è l'abito nuovo che rende elegante l'uomo, ma è l'uomo elegante che rende l'abito alla propria altezza reale.
A proposito di scarpe. Simona è stupita che le calzature di Carlo siano piene di grinze e increspature eppure luccicanti. Forse ignora che il principe le lustrerà ancora per anni e anni e, infine, le lascerà in eredità ai figli.

I quali saranno felici di camminare sul nobile cuoio di papà.

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