Il caldo è solo una vostra impressione

Sul clima si combatte una guerra filosofica: ai realisti che si attengono alle temperature effettive si oppongono gli idealisti per i quali la percezione del caldo è più importante

Per sconfiggere il caldo basta concentrarsi sul fresco. Così suggerisce la nuova corrente dei meteo-idealisti. Sul clima si sta combattendo un'importante guerra filosofica: ai realisti che si attengono alle temperature effettive, segnate dal termostato, si oppongono gli idealisti per i quali la percezione del caldo è più importante di una stupida colonnina. Esse est percipi, diceva Berkeley, ma qui siamo oltre, all'idealismo climatico: il caldo non è quel che oggettivamente segna il mercurio ma quel che soggettivamente percepiamo sommando calore, temperatura esterna e corporea, sudore e il nostro stato psicofisico, euforico o depresso.

Siamo al relativismo termico. Non è solo una disquisizione accademica o bizantina, ma ha conseguenze pratiche. Se quel che conta è come noi percepiamo il caldo, allora più che comprare condizionatori d'aria dobbiamo esercitare la mente o ricorrere a esorcisti psicotermici per farci persuadere che poi tanto caldo non fa. Training autogeno, corsi di magia estiva con sciamani, o in mancanza con illusionisti e ipnotizzatori; poi immagini refrigeranti in video e sui display, gite in guardaroba per vedere i vestiti invernali, letture di scrittori russi. Concentratevi sul fresco, il caldo è un'impressione, dice il para-guru.

Ma perché questo Paese vive pure il

clima come un'eccezione e una tragedia, sia quando fa freddo, sia quando fa caldo o piove? Cos'è questo terrorismo meteo e questa ipnosi termica? Ragazzi, l'estate fa caldo e col solleone fa molto caldo. Via col ventaglio.

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