Indagati i superstiti del naufragio. Il pm: "Atto dovuto, la legge è legge"

Tra loro forse uno degli scafisti. Vendola: "È una vergogna". Maroni: "La Bossi-Fini va bene così". Gasparri: "La colpa è dell’Europa"

I superstiti del naufragio di Lampedusa, dopo essere stati identificati, saranno indagati per immigrazione clandestina dalla Procura di Agrigento. La contestazione non sarà mossa ai minorenni. Nessuna iscrizione è ancora materialmente avvenuta, ma ci sarà, perchè è un atto dovuto, spiegano i magistrati, legato all'ex decreto legislativo 286 del 1998, poi diventata nel 2002 legge Bossi-Fini. Il procedimento di iscrizione nel registro degli indagati degli extracomunitari che entrano in Italia senza permesso è automatico. È stato introdotto nel 2009 con una modifica alla Bossi-Fini, con la norma 10/bis che ha istituito il reato di immigrazione clandestina, punibile con una multa di 5.000 euro.

Dalla Procura di Agrigento spiegano che «è un atto dovuto» e che, quindi, «non si poteva fare altrimenti». E che la norma rallenta le indagini a Lampedusa, dove è difficile trovare un avvocato, tanto che un legale è arrivato dalla Città dei Templi. Un presunto scafista, un tunisino di 35 anni, è indagato per naufragio e omicidio plurimo: un testimone, durante spontanee dichiarazioni, lo ha indicato come il capitano dell'equipaggio. L'accusa deve essere formalizzata e verbalizzata davanti a un legale, perchè anche il testimone è indagato di reato connesso, per immigrazione clandestina.

La sintesi è nelle parole della Procura di Agrigento, che ieri aveva precisato la questione sottolineando che non c'era ancora alcun fermo: «sono in corso i riscontri», ma è «tutto più difficile perchè i testimoni sono indagati». La notizia dell'inchiesta, anche se come atto dovuto, sui sopravvissuti è stata definita una «vergogna» da Mario Marazziti di Scelta civica e da Nichi Vendola che su Twitter scrive: «Ieri le parole commosse per le tv, oggi si torna alla normalità della Bossi-Fini: i 155 sopravissuti di Lampedusa indagati».

Il leader della Lega, Roberto Maroni, difende la legge che si «augura non venga cambiata» imputando la colpa a «chi non fa accordi internazionali». Per il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri del Pdl, «la legge va bene», e le «critiche sono pretestuose e negano l'evidenza: la colpa è dell'Europa».

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