Rimettiti quella maglia, Balotelli. Quella con la scritta: «Perché ce l'avete sempre con me?». Rimettila e sbattila in faccia a quelli che in queste ore si sono divertiti a diventare celebri sulla tua pelle. Perché l'ultima polemica che riguarda il centravanti della Nazionale sta in mezzo tra la fantascienza e la surrealtà. Balotelli era infortunato e il commissario della Nazionale Prandelli ha deciso di portarlo ugualmente a Napoli per la sfida contro l'Armenia. Qualcuno ha scritto che ci sarebbe andato anche come testimonial anti-camorra perché prima del match l'Italia avrebbe giocato su un campo sequestrato ai clan. Lui ha letto e ha spiegato su Twitter: «Questo lo dite voi. Io vengo perché il calcio è bello e tutti devono giocarlo dove vogliono e poi c'è la partita».
Questo è bastato a scatenare la reazione indignata di politici, parroci, pseudointellettuali. Perché sarebbe scorretta, volgare non nei termini ma nel significato, perché ci si legge un sottotesto che strizza l'occhio ai clan. Ma basta. Lasciatelo lo stare. Perché sempre lui? Bisogna chiederlo a Rosaria Capacchione, senatrice Pd e giornalista anticamorra che ieri è stata la prima ad attaccarlo: «È un imbecille». Subito dopo al parroco don Aniello Manganiello: «Mi chiedo se Balotelli abbia ancora diritto a essere convocato nella Nazionale». Aggiungetevi una serie di insulti sui social network, le dichiarazioni dei politici locali e avrete il quadro della situazione. A voi sembra che meriti tutto questo? È tornato quello stanco ritornello dei personaggi popolari che devono essere da esempio. Dovere, lo chiamano. È un insulto all'intelligenza di chi queste frasi le dice.
C'è il legittimo sospetto che Balotelli sia soltanto uno straordinario capro espiatorio. Un bersaglio facile: lo attacchi e non sbagli, perché tanto qualche sciocchezza la fa di sicuro. Siamo alla degenerazione della critica: sparo su Balotelli perché così ho i miei trenta secondi di popolarità. È questo ciò che è accaduto ieri. Lui sbaglia, eccome se sbaglia. In campo e fuori è già successo un sacco di volte. Questa sarà solo un'altra, devono aver pensato i professionisti dell'anticamorra: buttiamoci, perché noi siamo i giusti e lui è quello sbagliato. Mario ha un mirino sulla schiena illuminato con un'insegna intermittente che dice «sono qui». Hanno solo premuto il grilletto e hanno sparato. Lo sport ha contribuito con la sua schiena sempre poco dritta: Coni, Federazione, Nazionale non hanno avuto nulla di meglio da dire che «Balotelli se le cerca», oppure, «poteva risparmiarsela». Avrebbero dovuto dire solo una cosa: non usate lo sport e gli sportivi per battaglie troppo importanti.
Ci vuole coraggio per stare al proprio posto. A ciascuno il suo e l'anticamorra non spetta al centravanti della Nazionale. Lui vuole solo giocare a pallone. Lui deve solo giocare a pallone. Il resto è ipocrisia. Balotelli l'ha solo svelata una volta di più.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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