Papa Francesco ha gran successo perché scopre l'acqua calda e, in certi casi, l'acqua sporca. Dice verità assolute nella loro banalità, parla a nome di Dio come se l'avesse sentito un momento prima, si rivolge ai fedeli come il vicino che ti chiede il prezzemolo e in cambio ti dà la vita eterna. Pensavo a lui mentre ero sul mitico 64, l'autobus che porta dalla Stazione Termini al Vaticano passando per il centro. È il mezzo più affollato della Capitale, 18 bus su e giù per un'utenza straripante. Ma da giorni arriva di rado, strapieno, assalto alla diligenza, la gente schiacciata si sente male, tanti, come me, fanno esercizi eroici per timbrare il biglietto. Poi apprendo due cose. La prima: per via di bestiali tagli hanno ridotto i 64 da 18 a 11 bus, incuranti dell'utenza altissima. La seconda, nella ladroneria denunciata dal Papa, c'è pure uno schifoso mangia-mangia sui bus romani, con vendita di biglietti falsi per finanziare i partiti; iniziò con le giunte di sinistra, ma fu ecumenico, cioè soldi pure alla destra.
Allora rivedo la sequenza: la gente schiacciata ma pagante il biglietto, i ladri fregano i soldi dei biglietti, l'azienda taglia le linee più affollate, pure i borseggiatori rubano sul 64, il Papa al capolinea denuncia la dea tangente.
Qual è la soluzione? Indulgenza plenaria a chi sale sulla via crucis del 64, cacciare i tagliatori e incarcerare i ladri? Ma no, condannateli a girare in eterno sul 64, ben più sovraffollato delle carceri. O facciamo la rivolta: ieri i sessantottini, oggi i sessantaquattrini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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