In una botta sola il teologo Vito Mancuso abolisce il peccato originale, il paradiso e la perfezione divina, ritenendo che anche Dio sia in evoluzione insieme alle creature. Dio in progress, darwinismo applicato anche al Creatore. E non basta. Mancuso dichiara finito il regno di Dio e caduta la Sua sovranità assoluta; Dio regna in condominio col mondo. Svolta repubblicana nei cieli, Dio si fa costituzionale e fonda la Democrazia cristiana cosmica. Dio lavora per noi e con noi. Troppa grazia.
Ammetto, ho brutalizzato il pensiero di Mancuso e ho ridotto un'opera vasta e pregevole con finalità positive, un lavoro ricco di saperi, a una tesi grossolana. Ma, pur ridotto all'osso, è il succo fedele di «Principio Passione», ultimo testo del teologo de la Repubblica. Mancuso sintetizza Esiodo (in origine fu il caos) e la Bibbia (in principio fu il Logos) ed estrae la sua formula del mondo: Caos+Logos=Pathos. Poi ci rivela che il cosmo intero, con tutti gli organismi viventi, lavora per la libertà umana, «cioè per la mente consapevole in grado di scegliere».
Il fine della creazione, c'informa, è l'umanità nella sua perfezione morale. L'universo intero ridotto a nostro tappetino... Non dirò che siamo al delirio, per carità, si tratta solo d'una congettura.
Ma se Mancuso giudica poi «farneticazioni» le dottrine tradizionali che vedevano le catastrofi come castighi divini, come dovremmo giudicare la sua teodicea fai-da-teo, adattata ai tempi e alle ideologie correnti? Dio è uno di noi e si candida alle primarie...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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