C'è una cosa che accomuna Renzi, Grillo e Berlusconi e li distingue dagli altri leader: il senso del comico.
Renzi sforna calembour, battute, giochi di parole. Berlusconi spaccia barzellette e ama piacere e sedurre col sorriso. Grillo è comico di professione, viene dal cabaret e usa la satira nell'invettiva politica. Tutti e tre sono leader «spiritosi» e usano il comico come forma di comunicazione politica, mentre i loro antagonisti usano la serietà come categoria della politica: Napolitano e Letta, Grasso e Boldrini, Alfano e Monti, Vendola e gli altri. Ma i suddetti Tre sono anche portatori sani di comicità perché attirano satira e sberleffi più degli altri. C'è un nesso tra la loro comicità e il loro essere i leader più popolari? Per Andrea Tagliapietra, autore del libretto Non ci resta che ridere, gli italiani «sono una perfetta massa ridente», tra parodie e auto-caricature e sostiene che la politica del riso e del sorriso sia nata col berlusconismo. A dargli manforte vennero da destra battutisti come Gasparri, Storace e la Mussolini.
Ma pure l'antiberlusconismo è cresciuto sull'onda dei comici o tragicomici: da Moretti a Benigni, dai Guzzanti a Luttazzi, da Crozza a Fo e alla Littizzetto, e altri, è stato il comico a rifondare la critica del giudizio a sinistra.
Tagliapietra dice che in Italia si ride soprattutto da sinistra verso destra. Penso in realtà che si rida più a destra e si derida più a sinistra. Divisi dal riso, siamo però uniti dal pianto sull'Italia che va male. Le lagne intese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.