Ma dove si sono cacciati i quattro milioni di italiani che votavano Alleanza nazionale? Me lo chiedo oggi che è l'anniversario della nascita di An, poi morta suicida a sedici anni.
Me la ricordo quando nacque, fu un parto algido; fu più vivo il funerale al Msi. Ma era un popolo, la destra, anche se il suo cuore derivava dalla fiera minoranza missina.
Non vi dirò del suo leader e non tirerò fuori il catalogo dei suoi errori, l'abbiamo già fatto. Né riproporrò la ripartizione di quell'elettorato nelle sue attuali diramazioni. Si sa. Mi chiedo piuttosto come è possibile che si sia vanificata un'area di opinione, militanza e appartenenza così corposa che aveva resistito a tanti assedi e intemperie. Le cause sono note e quasi tutte endogene: vuoto di leadership e di regia, oltre che di memoria, sindrome Fini e sincope Fiorito, mimetizzazione, resa e dispersione.
Ma è vistosa l'assenza di un luogo simbolico, mediatico, culturale che possa costituire il riferimento prepolitico di opinione, per la destra; i temi non mancano. Ci sono solo formazioni politico-elettorali, pari a un'unghia di An. La meno piccola è Fratelli d'Italia, un bel nome lanciato per una lega di destra da Longanesi nel 1955; la Meloni è brava, ma non basta e loro si definiscono di centro-destra come Forza Italia e Ncd.
Poi c'è Storace, ma non ce l'ha fatta. Il resto è buio, polvere o casi personali. Marine Le Pen va dai leghisti, l'antieuropa ha grillini per la testa. Solo i due marò... Vent'anni fa bastò Fiuggi, oggi forse è il caso di Lourdes.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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