Addio al bicameralismo perfetto con i sindaci al posto dei senatori

La seconda riforma Costituzionale che il vertice vuole mettere in cantiere pone meno problemi politici delle altre. Anche il Ncd è d'accordo nel trasformare il Senato in una Camera delle autonomie. Ma è anche vero che se ne parla da anni e poco è stato fatto per realizzare il ramo «federalista» del Parlamento.
Nel progetto, di massima, di Pd e Fi i senatori ci saranno ancora, ma non saranno eletti. Scelti, secondo criteri proporzionali sia per la formazione politica sia per il territorio di provenienza, dalle autonomie locali. Particolari, questi, che devono ancora essere messi a punto. Di sicuro c'è che non ci sarà una scheda elettorale per eleggere i membri di Palazzo Madama. Il Senato delle autonomie dovrebbe funzionare un po' come il Bundesrat tedesco. Un punto fermo è la rinuncia al bicameralismo perfetto. Nel sistema attuale i due rami del Parlamento hanno uguali poteri e compiti. Il Senato delle autonomie avrà poteri legislativi, ma non gli stessi della Camera.

In particolare non dovrà votare la fiducia ai governi. Altro dato importante e «paletto» deciso da Renzi e Berlusconi nel vertice di via del Nazareno, l'esclusione di un' indennità per i senatori. Avranno già quella da rappresentanti dell'ente dal quale provengono.

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