MilanoL'inizio è ormai un po' scontato e, sebbene solo all'apparenza, innocuo: i due si conoscono su Facebook, ormai ricettacolo di molti malintenzionati che vogliono dare corpo alle loro emozioni postate online per far credere a tutti che non c'è nulla di male. In realtà il male c'è eccome se un ragazzo maggiorenne, attraverso gli «innocenti» dialoghi del social network, riesce a mettersi in contatto e poi a frequentare a tutti gli effetti una tredicenne, convincendola a scappare di casa in nome di chissà quale passione irrefrenabile e a incontrarsi con lei in uno squallido albergo. Dove il passaggio dall'innocua piattaforma del web a quella decisamente più concreta del materasso è velocissimo. Una storia dai contorni inquietanti se si pensa che il ragazzo in questione - il 26enne Samir M., un egiziano clandestino finito in manette l'altro ieri per atti sessuali con una minore di 14 anni e sottrazione della ragazzina alla potestà dei genitori dopo un'inchiesta di due mesi e mezzo portata a termine dalla compagnia Porta Magenta e dalla Procura di Milano - grazie a ben quattro alias di altrettanti profili, proprio in quello «scannatoio» a ore potrebbe aver approfittato, insieme a un paio di amici coetanei, di un vero e proprio giro di minorenni adescate su Facebook.
Tutto inizia due mesi e mezzo fa. Nella notte tra il 29 e il 30 maggio, dopo innumerevoli post, Samir riesce infatti a «concludere» con Rossella (il nome è inventato, ndr), una ragazzina sudamericana adottata da una famiglia italiana e residente a Milano in zona Baggio. L'adolescente, dilaniata tra l'ardore della prima cotta importante e il timore della famiglia, alla fine si decide al grande passo e fugge di casa per passare una notte con il suo Samir. Quando i genitori scoprono che è scomparsa sporgono subito denuncia alla stazione dei carabinieri di San Cristoforo. I militari, attraverso il traffico telefonico della giovane, la rintracciano e, alla fine, il giorno dopo la riportano a casa. Rossella non torna volentieri da mamma e papà. Ed è altrettanto mal disposta quando, in caserma, è costretta a raccontare di aver incontrato il ragazzo egiziano conosciuto qualche settimana prima su Facebook in un albergo a ore (un luogo che non è ancora stato identificato, ndr). Proprio da quella testimonianza strappata a fatica tra cose dette e altre taciute si fa largo un altro scenario. Rossella infatti spiega di essere arrivata nell'albergo insieme ad altre due amiche di 11 e 12 anni che, a loro volta, dovevano incontrare sempre lì altri due amici dell'egiziano, anch'essi ragazzi di 20 e 22 anni conosciuti su Facebook e con i quali hanno avuto rapporti intimi. Nell'ordinanza il gip della Procura di Milano precisa che sono ancora in corso accertamenti sul ruolo di questi ragazzi in tutta la vicenda che, comunque, alla luce di quel che è emerso, assume un profilo sempre più torbido.
Uno scenario che potrebbe anche non delinearsi mai chiaramente però se Rossella non si deciderà a raccontare tutto quello che sa. Gli inquirenti non escludono che Samir possa aver concordato con l'adolescente una versione dei fatti di comodo per tutelarsi. Nonostante gli accertamenti sul ragazzo da parte dell'autorità giudiziaria fossero già iniziati, Rossella e Samir infatti hanno continuato a sentirsi e programmavano di rivedersi.
L'egiziano (che sembra si sia anche prostituito) ha a proprio carico un ordine del questore di Milano a lasciare il territorio nazionale entro 7 giorni emesso il 10 marzo e un analogo provvedimento firmato, quasi 3 anni fa, dalla questura di Pavia.
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