Roma - «Differenze: in America il Superbowl, in Italia la Superballa»: nella sua apertura di ieri, il sito del Pd sceglieva la strada dell'ironia per dare conto della «propostasciocc» di Berlusconi.
Ma intanto sulla promessa di restituire l'Imu a tutti quanti, si attiva il gruppo «fact checking» del Pd, che ha il compito di dimostrare - numeri e grafici alla mano - che quelle del Cavaliere sono «favole» che gli italiani non devono bersi, perché durante i suoi governi «le tasse sono cresciute», fino quasi al 45%. Mentre Pier Luigi Bersani aspetta a rispondere, prende tempo e poi va al Tg3 per cercare di smontare l'effetto del fuoco d'artificio fiscale di Berlusconi: «Credo che la storia non ritorni, è chiaro che si tratta di una promessa demagogica e infattibile, poggiata su una copertura di bilancio fantasiosa e che strizza l'occhio agli evasori», spiega.
Mario Monti liquida con ironia l'annuncio berlusconiano: «Magnifico: Berlusconi ha governato per tanti anni e non ha mantenuto nessuna delle promesse fatte. Ci prova per la quarta volta. Gli italiani hanno buona memoria». Anche se più tardi si dichiara pronto a sfidare il Cavaliere in tv su Imu e riduzione della spesa pubblica. Mentre per Grillo il Cavaliere «può promettere qualsiasi cosa ma non è più credibile, è fuori dalla storia».
Se sulla «proposta choc» a sinistra fioriscono le battute e le parodie, i suoi effetti vengono però presi molto sul serio fra i competitor del Cavaliere. Perché il primo effetto, come sintetizza uno dei membri dello staff della campagna elettorale bersaniana, è che «con le sue mille balle blu Berlusconi riesce a mettersi al centro della scena e, monopolizzando la visibilità; e a dettare l'agenda, costringendo la lepre Bersani a inseguire». E il secondo? Si aspettano con ansia i prossimi sondaggi per verificarlo, ma il timore che - grazie al No-Imu - l'aumento di visibilità si trasformi in aumento di popolarità, e la popolarità in punti percentuali di voti è diffuso. Tanto che ieri è stato l'editoriale domenicale di Repubblica, quello firmato da Eugenio Scalfari, a mettere nero su bianco il peggiore incubo del centrosinistra: e se per caso «l'inseguitore raggiungesse e superasse l'inseguito», e dunque «il Pd non vincesse le elezioni»? Il ragionamento di Scalfari è volto a scuotere quegli indecisi, quegli snob o quei radical del bacino genericamente progressista che sono tentati di dare il proprio voto a Monti o a Ingroia, se non addirittura a Grillo, e a spiegargli che la posta in gioco è una sola: o vince Bersani, oppure accadrà l'irreparabile, ossia un ritorno al governo del Cavaliere. Tertium non datur, ogni altro voto, di nicchia o di protesta, è un favore al centrodestra. Ed è la falsariga su cui si sta assestando anche la propaganda elettorale del Pd, che prende di mira soprattutto il premier uscente, colpevole di attaccare troppo il centrosinistra, e l'ex pm palermitano che sottrae voti a sinistra, dissanguando Sinistra e Libertà.
Ma ieri i big Pd sono dovuti scendere tutti in campo contro Berlusconi.
Per smentirlo e per rassicurare i propri elettori, perché la sua è solo «pericolosissima propaganda elettorale», denuncia Rosi Bindi, e la restituzione dell'Imu «provocherebbe nuove tasse e nuovi sacrifici». Mentre Francesco Boccia assicura: «Gli italiani che pagano fino a 500 euro di Imu fra poche settimane saranno esentati dal pagamento da parte del governo Bersani, che non prende in giro gli italiani».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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