Per il Financial Times l'Alta velocità italiana è migliore di quella francese e di quella tedesca. Mauro Moretti, l'amministratore delegato delle nostre ferrovie, gongola, e rilancia sull'espansione nel mondo del modello che ha come simbolo il Frecciarossa. «Mario Monti lunedì incontrerà a Mosca Vladimir Putin - ha detto ieri - : gli ho chiesto di parlargli anche dell'Alta velocità». Il governo russo ha infatti avviato due progetti ai quali le Fs vorrebbero partecipare: la Mosca-San Pietroburgo, del valore di 35 miliardi di dollari, e la Mosca-Kazan, 45 miliardi. Si tratta in entrambi i casi di opere a medio termine, e l'obiettivo sarebbe di realizzare la prima per il 2018, l'anno dei mondiali di calcio. Non sono state bandite le gare, ma c'è già un consorzio composto dal gruppo FS, Impregilo, Astaldi, Finmeccanica, Unicredit: «Stiamo cercando altri partner finanziari» dice Moretti, pensando a un bacino europeo. L'altro scenario di un possibile sviluppo sono gli Stati Uniti, in particolare la California. Il progetto di Alta velocità per le linee dello Stato vale 65 miliardi di dollari, e due settimane fa ha avuto un'accelerazione perché il senato locale ha approvato la prima emissione obbligazionaria per il reperimento dei fondi al servizio della Los Angeles - San Diego, del valore di 11 miliardi.
Ma che cosa si propongono di offrire le Ferrovie italiane ai Paesi che intraprendono la via dell'Alta velocità? Soprattutto il proprio know-how, ovvero la propria esperienza, in termini progettuali e gestionali. Dal disegno delle infrastrutture, alla gestione della rete e del traffico, a quella delle stazioni. Per questo le Fs, che rappresentano il software ferroviario, agiscono insieme a costruttori, imprese di segnalamento, a produttori di materiale rotabile. Moretti, insomma, si assume il ruolo del regista nell'intento di mettere insieme un «pacchetto» di eccellenze italiane da esportare: pensiero coerente con l'attuale momento storico, e già sperimentato positivamente da Paesi in questo senso più evoluti, vedi Francia.
Ieri Moretti, interpellato dai giornalisti, ha parlato anche della concorrenza treno-aereo, che attualmente è all'ordine del giorno delle decisioni dell'Antitrust sul Milano-Roma dell'Alitalia. Ma ha fatto un'osservazione nuova: non si tratta - ha detto in sostanza - solo di concorrenza tra due mezzi di trasporto, ma tra due «sistemi», perchè «ci sono compagnie aeree che non pagano i diritti aeroportuali, mentre noi i pedaggi li paghiamo» (Trenitalia paga le tracce, cioè l'affitto dei binari, a Rfi, che è comunque un'altra società dello stesso gruppo). Non ha fatto nomi di compagnie aeree, ma ha citato i collegamenti Roma-Bari e Roma-Brindisi, e il riferimento implicito era a Ryanair.
Ieri le FS hanno sottoscritto insieme ai sindacati il contratto integrativo. L'orario passa da 36 a 38 ore settimanali, con più produttività e maggiori elasticità delle quali Moretti si è detto soddisfatto.
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