In campo personalmente. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano prova a muovere un quadro politico in stallo. "L’Italia ha bisogno di un governo e al più presto", ripete da settimane il capo dello Stato. Di fronte allo "stallo" che il leader del Pd Pier Luigi Bersani ha denunciato nel colloquio di oltre un’ora e mezzo con Napolitano, il meno "notarile" dei presidenti della storia repubblicana entra in partita direttamente e "senza indugio", per verificare con consultazioni lampo in ventiquattr'ore se questo stallo può essere superato, se c’è una soluzione più forte di quella prospettata dal segretario democrat o se alla fine Bersani dovrà andare con un incarico pieno a cercare la fiducia in Parlamento.
Domani sera, o al più tardi sabato mattina, si capirà se e come Napolitano riuscirà a portare il Paese fuori dalle secche di questa crisi. Dopo "l’esito non risolutivo" del tentativo di Bersani, il capo dello Stato si propone "senza indugio" di esperire "iniziative per gli sviluppi possibili del quadro politico-istituzionale". In sostanza, valuterà in prima persona se ci sono ancora degli spiragli (soprattutto sul fronte del Pdl, determinatissimo a spuntare il nome del prossimo inquilino del Colle senza spazi di trattativa) che consentano al segretario del Pd di proseguire la sua corsa o se si dovranno cercare delle alternative come, per esempio, un governo del presidente con un programma definito e guidato da un tecnico di rango a cui affidare l’incarico in tempi strettissimi, forse già da domani sera. Tant’è che stanno già circolando i nomi del direttore della Banca d'Italia Fabrizio Saccomanni, del ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri e del presidente dell’Istat Enrico Giovannini per questo ipotetico incarico. Il leader del Pd, dopo aver accettato "con la massima determinazione" il preincarico, si ritrova dopo una settimana di consultazioni alla casella del via del gioco dell’oca. La partita, dunque, resta aperta ed è tutta nelle mani del Colle: ecco tutte le ipotesi sul tavolo del capo dello Stato.
Governo del presidente
Sin dalle primissime ore che hanno seguito le elezioni, Napolitano ha pensato a un'alternativa valida al governo Bersani. Sin dall'inizio era sin troppo chiaro che il leader del Pd non avesse i numeri per mettere insieme una maggioranza capace di mantener vivo un esecutivo di centrosinistra. Le lunghe ed estenuanti consultazioni di questa settimana sono l'evidenza di uno stallo già evidente. Proprio per far fronte a questa situazione, l'ipotesi pià cara al presidente della Repubblica sarebbe quella di puntare su un nome che metta d'accordo le tre principali forze politiche. Nelle ultime ore indiscrezioni e smentite si sono rincorse: c'è chi sta puntando sull'ex premier Giuliano Amato e chi, invece, spingerebbe per il presidente della Corte Costituzionale Franco Gallo. E ancora: si sono fatti i nomi di Saccomanni e della Cancellieri. Sulla titolare del Viminale potrebbero convergere tutti i partiti. Secondo fonti vicine a via del Nazareno, il governo del presidente rischierebbe di spaccare il Partito democratico che, nelle ultime ore, si sta lacerando in una lotta all'ultimo sangue che mira a detronizzare Bersani dalla guida del partito. Mentre la strada delle elezioni anticipate è battuta dai fan del segretario perché renderebbe più difficile la scalata del sindaco di Firenze Matteo Renzi, i detrattori punterebbero a rosicchiare qualche mese in più per dare al "rottamatore" il tempo necessario a tentare il colpo di mano.
Governo Bersani
Il fallimento di Bersani sta tutto nell'aver corteggiato inutilmente il Movimento 5 Stelle. Per giorni il leader piddì è corso dietro a Beppe Grillo e ai suoi cittadini prestati al parlamento senza ottenere alcun risultato. Non solo. Bersani ha rifiutato categoricamente la mano che gli è stata più volte tesa da Silvio Berlusconi. Il Cavaliere lo ha invitato più volte a mettere insieme un governo di grande coalizione che guardasse prima al bene degli italiani che agli interessi politici dei partiti. Proposta che è stata apprezzata anche da numerosi esponenti del Pd (tra cui lo stesso Renzi). Anche nelle ultime ore Berlusconi ha piuù volte ripetuto che se si vuole formare un governo, la sinistra deve trattare con il centrodestra. Per questo, Napolitano sa bene che, se vuole dar vita a un governo Bersani, può farlo solo se il premier si decidesse ad accogliere la proposta del Pdl. Il fulcro è il prossimo inquilino del Quirinale. Dopo la corsa della sinistra ad occupare le alte cariche dello Stato, il Cavaliere ha chiesto a Bersani di spianare la strada del Quirinale a un moderato. Negli ultimi giorni il leader del Pdl avrebbe fatto circolare i nomi di Gianni Letta e Marcello Pera. Due figure che potrebbero incontrare il favore dei centristi e della sinistra riformista.
Nuove elezioni
Qualora Napolitano e Bersani continuassero a porre un muro tra loro e il centrodestra, l'unica ipotesi percorribile sarebbe tornare alle urne dopo aver, comunque, eletto il nuovo presidente della Repubblica. L'appuntamento è previsto per il 15 aprile quando il parlamento sarà convocato in seduta comune. Un'ipotesi che Napolitano ha sempre detto di non voler battere perché preferirebbe puntare su un governo di scopo che riformi la legge elettorale prima di riportare gli italiani alle urne. L'idea di elezioni anticipate piace soprattutto al Pdl che, sondaggi alla mano, continua ad aumentare i consensi e che, a nuove consultazioni, potrebbe risultare la prima forza politica del Paese. "I sondaggi ci premiano - continua a ripetere Berlusconi - vinceremmo di sicuro".
Il rischio, però, è che anche con nuove elezioni permanga lo stallo. Quel che è certo è che la sinistra è lacerata dalle divisioni interne e che i Cinque Stelle potrebbero pagare i continui niet alla sinistra e le eccessive sparate del comico genovese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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